Sala gremita ieri pomeriggio all’hotel Europa di Latina per il convegno “La vitamina D. Elisir di lunga vita?”, patrocinato dalla Asl di Latina, dall’Ordine dei Medici della provincia di Latina e dall’Associazione medici (Ame). L’evento è stato organizzato dal Lions club Sabaudia-San Felice Circeo Host, dal Rotary club di Latina-Circeo e dall’associazione “Tendi la mano-Aipom onlus”, Associazione italiana patologie osteometaboliche, rispettivamente presieduti da Vanda Bellini, Fidel Jose Baldin e dall’endocrinologo Roberto Cesareo.
Relatori, oltre al dottor Cesareo, afferente alla Uoc di Medicina Interna dell’ospedale Goretti di Latina, anche la farmacista Loredana Arenare, della Uoc di Assistenza farmaceutica e territoriale della Asl di Latina, e la dottoressa Assunta Santonati, responsabile di Endocrinologia e Diabetologia dell’ospedale San Giovanni di Roma.
Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di presentare le ultime linee guida 2018 degli Endocrinologi Italiani dell’Ame e fare chiarezza sulle modalità di somministrazione della vitamina D e sull’uso smodato di alcuni preparati a base della vitamina D che negli ultimi anni hanno intaccato, e non poco, il Sintema Sanitario Nazionale.
Il dottor Cesareo è stato il primo nome e il principale coordinatore di un gruppo di esperti endocrinologi italiani che hanno presentato nell’aprile 2018 le Linee guida nazionali degli endocrinologi italiani in merito alla carenza di vitamina D pubblicate poi sulla prestigiosa rivista internazionale Nutrients. Dalla sua raccolta dati è emerso che, speculando sulla prescrizione della molecola e sui test per stabilire la carenza di vitamina D da effettuare nei pazienti, solo nel 2018 le vendite hanno fatto registrare un giro di affari di un miliardo di dollari.
A fare un quadro della situazione locale è stata la dottoressa Arenare, che ha presentato gli allarmanti dati di spesa correlati all’incongrua prescrizione della vitamina D. “La vitamina D -ha precisato – in base ai dati 2017 dell’Osservatorio sull’impiego dei farmaci è diventato il terzo farmaco più venduto in Italia a carico del Sistema Sanitario Nazionale e nel Lazio è addirittura il primo farmaco con un aggravio di spesa rispettivamente di 240 milioni di euro in Italia e per l’appunto di 21 milioni di euro nel Lazio. Nella sola provincia di Latina i dati non sono meno confortanti poiché la spesa correlata all’acquisto della vitamina è stata pari a circa 2.5 milioni di euro nel solo 2018”.
Cesareo ha dunque illustrato le nuove linee guida Ame, in base alle quali si è rilevato che la vitamina D andrebbe prescritta solo in casi selezionati. “Lo screening a tappeto sulla popolazione è assolutamente inutile e l’abituale correlazione tra la carenza di vitamina D ed altre malattie che non riguardano quelle di tipo muscolo-scheletriche è assolutamente priva di reali fondamenti scientifici – ha affermato l’endocrinologo –. Il motivo principale legato all’eccesso di prescrizioni in Italia e nei paesi del mondo occidentale è l’attuale definizione delle soglie di normalità che sono troppo ‘alte’, motivo per cui si rischia di arruolare alla terapia tanti ‘finti malati’ affetti da livelli di vitamina D non così bassi come le attuali soglie diagnostiche vogliono far credere”.
La dottoressa Santonati ha posto in risalto le condizioni nelle quali andrebbe valutata l’eventuale prescrizione di vitamina D qualora questa fosse realmente ridotta. “Le categorie di soggetti da scrinare ed eventualmente da trattare – ha spiegato – resterebbero i poco esposti alla luce solare, le donne in gravidanza, i soggetti obesi e gli anziani che sono più esposti alle cadute ma anche coloro che già assumono farmaci per la cura dell’osteoporosi o che hanno problemi alle paratiroidi o alterata funzionalità epatica o renale purtroppo alla luce delle reali evidenze cliniche la prescrizione della vitamina D ha scarsi vantaggi anche per la prevenzione delle malattie muscolo-scheletriche e, pertanto, visto anche la spesa elevatissima correlata alla sua eccessiva prescrizione, il suo utilizzo andrebbe effettuato in maniera alquanto selezionato”.
A tal proposito, il dottor Cesareo con la dottoressa Arenare ed il servizio dell’Uoc della Farmacia dell’Asl di Latina, presieduto dalla dottoressa Alessandra Mecozzi, si stanno adoperando per valutare l’opportunità di definire nuove linee guida aziendali finalizzate ad una più congrua ed adeguata prescrizione della vitamina D.