Latina, adesso anche viale Kennedy: le bombe tornano a fare paura in città

A notte inoltrata è tornata una parvenza di normalità. Ma la tensione ancora è evidente nelle luci accese di quegli appartamenti, che poco dopo le 22 i vigili del fuoco hanno chiesto di dover lasciare. Tutti e 28 gli appartamenti, 4 per per ognuno dei 7 piani. “Mi hanno distrutto l’auto attrezzata e per me che sono costretta in carrozzina è un grosso guaio. Non so come farò. Quei figli di p..”. E’ lo sfogo della signora Gina, una delle persone fragili che vivono in questo palazzo di edilizia residenziale pubblica. Le case popolare per intenderci.

Alcuni anziani sono ricorsi alle cure del 118 in preda al panico. Fa enormemente paura sentire all’improvviso un boato, nella quiete di un sabato sera in una zona periferica a ridosso della Statale Pontina. Sono molti a sostenere che nella palazzina  al civico di 203 di viale Kennedy non ti aspetti una bomba nel porticato d’ingresso: “Ci vivono persone di una certa età, non vedo il nesso con quanto accaduto” ci dice il genero di una signora che vive qui. “Pensavo al temporale, perché all’improvviso si è illuminata casa e invece poco dopo mi sono venuti a bussare perché dovevo scendere”. A dirlo è un’altra signora, mentre chi invece si è trovato il cassonetto della serranda divelto, oppure i vetri delle finestre in frantumi ha percepito subito che qualcosa di brutto era successo.

Ma ancora più brutto è stato per  condomini scendere e vedere un portone d’ingresso sventrato come tutto il resto intorno, tra soffitto, scatole a muro e coperchi dei pozzetti spazzati via. Molti frammenti, insieme all’onda d’urto, hanno devastato la Berlingo della signora Gina, ma un frammento ha persino colpito il vetro di un pulmino della onlus Martina e la sua Luna parcheggiato all’esterno, oltre la recinzione del condominio.

Sgomberato il piazzale interno per ovvio motivi di sicurezza, l’esterno è sembrato un centro di prima accoglienza, tra persone con indosso coperte termiche o sulla sedia a rotelle. Qualcuno in pigiama e cappotto. Ciabatte. Come un terremoto. Freddo pungente e stanchezza si sono incrociati in maniera diabolica. Di fronte ad un episodio ostile e contrario sale la rabbia di chi è stanco di vedere la città in balia di bande criminali, che si fanno la guerra: “Ci dobbiamo tutelare da soli, non vediamo controlli nemmeno di ronda” è il commento di altri residenti. Qualcuno nemmeno c’era: “Ero fuori a festeggiare e sono stata raggiunta da una bella telefonata, in cui venivo a conoscenza dell’esplosione”.

Chi ha piazzato l’ordigno? Testimonianze parlano di una persona che ha lasciato un qualcosa dal quale, mentre si dava alla fuga, è uscito del fumo che ha preceduto l’esplosione. Indagini della Squadra Mobile, rilievi della Divisione Scientifica. Sul posto il procuratore aggiunto Luigi Spinelli, che coordina le indagini.

In rappresentanza del Comune di Latina era presente Massimiliano Carnevale, il vicesindaco di una città decisamente stufa. Come i malcapitati cittadini di viale Kennedy. Solo con l’ok dei vigili del fuoco e tecnici dell’Italgas sono potuti rientrare a casa.  Non certo con un sospiro di sollievo.

Palazzi “Arlecchino”, mini “vele” in viale Pierluigi ed ora viale Kennedy. La città si interroga e cerca risposte.