Latina, Amatrice: il racconto di Massimiliano e del suo cane eroe Vasco

La terra è tornata a tremare, e lo ha fatto nuovamente di notte, quando le persone dormono e non possono fuggire via dalla furia della natura. Massimiliano Maniscalco è l’istruttore dell’Associazione cinofila sportiva GuardiansK9 di Latina e istruttore del nucleo cinofilo di Protezione Civile CB Rondine di Aprilia, e con ancora negli occhi le immagini de L’Aquila devastata dal terremoto del 2009, si è precipitato insieme a Vasco, il suo amato cane, ad Amatrice per soccorrere le centinaia di persone disperse tra le macerie. Ma il lavoro di Massimiliano non è terminato con il ritorno a casa, ciò che vuole creare questo volontario con la passione negli occhi è un campo macerie per addestrare i cani, un polo logistico in cui potersi esercitare per essere pronti, ancora di più se possibile, in caso di nuovi disastri ambientali. Con questo spirito Maniscalco ha incontrato il sindaco di Latina Damiano Coletta, presentando un progetto in attesa di una risposta.

Massimiliano, quando e come hai appreso la notizia dell’accaduto?

Sono stato chiamato da mio presidente di protezione civile, Marcello Pescheta del CB Rondine di Aprilia, il quale era stato avvertito dal dipartimento che c’era in atto un terremoto e quindi ci ha dato un preallerta, ma dopo mezz’ora eravamo in macchina per Amatrice. Siamo arrivati lì, tra traffico e attrezzatura e preparazione, alle 8:30.

img-20160901-wa0003Amatrice non è stata la tua prima volta, sei già stato anche a L’Aquila.

Sì, purtroppo troppo frequentemente, sono passati solo 7 anni dall’ultimo disastro. Anche se poi il terremoto ad Amatrice è stato diverso, più vicino, abbiamo sentito anche qui il terremoto e la cosa più brutta è stata quella di rivivere quelle scene quando speravi dopo L’Aquila che non sarebbe più successo.

 

 

Qual è il lavoro svolto dai cani in situazioni come queste e dagli addestratori?

In questo caso i cani vengono preparati tre volte a settimana, per loro è un grandissimo gioco, andare sulle macerie, ritrovare la famosa pallina, o il cibo, che noi nascondiamo durante gli allenamenti per poi simularlo con la persona e quindi la segnalazione avviene attraverso il ritrovamento della stessa viva o morta.

Il 25 agosto con un messaggio sul tuo profilo Facebook hai annunciato di dover abbandonare le ricerche a causa di alcune ferite riportate da Vasco. Cos’è successo e come sta ora il cane?

Vasco intanto sta bene. Purtroppo la notte del 25 agosto è scivolato tra due lastre di cemento a causa di una scossa ed è rimasto incastrato riportando un taglio al polpastrello e una lesione allo sterno. Però siamo rimasti anche il 26 perché non ce la sentivamo di tornare indietro, e un accertamento veterinario mi ha dato l’ok per restare.

Sempre su Facebook hai rivolto un messaggio, e allo stesso tempo una img-20160901-wa0000provocazione, agli amministratori di Latina chiedendo loro un’area allestita come un campo macerie per addestrare i cani da soccorso e non è la prima volta che rivolgi loro tale richiesta. Quanto è importante la presenza di questo campo?

Questa non è la prima richiesta come tu dici, ma già ne ho fatta una dai tempi de L’Aquila, ma non è stata mai accolta. I nostri politici, le amministrazioni,  non si renderanno conto del problema finché non verranno colpiti anche loro, cosa che spero non accada mai. Nel Lazio non ci sono campi macerie dove ci si può allenare. Noi ci esercitiamo tre volte a settimana con la speranza di non uscire mai, ma il giorno in cui si esce dobbiamo essere pronti. Ci vuole poco, i comuni hanno dei terreni abbandonati, dove a volte i Vigili del Fuoco sono costretti anche ad andare a bonificare e a spegnere incendi, perché l’erba è alta due o tre metri, ci sono rovi. Basterebbe veramente poco. Io in questi giorni sono stato contattato anche da costruttori che mi hanno detto: “Massimiliano se tu hai bisogno te li portiamo noi detriti e macerie”, però purtroppo questo non è possibile, il campo non ha tutto questo spazio per fare una cosa del genere e poi sarebbe da portare detriti dove andrebbero smaltiti. Quindi è un problema anche di autorizzazioni. Tutto questo lo può fare solo il Comune, con poco, veramente poco. Basterebbe mezzo ettaro di terra, un ettaro di terra. Poi a recintarlo ci pensiamo noi, l’importante è che l’amministrazione prenda atto di questo. C’è bisogno, c’è bisogno dei cani, c’è bisogno dei volontari, c’è bisogno degli istruttori, c’è bisogno di una collaborazione tra regioni, istruttori, province. Però purtroppo se ne ricordano solo quando ormai è tardi.

Pochi giorni fa sei stato ricevuto dal sindaco di Latina Damiano Coletta, e con questo spirito hai presentato il progetto di cui ci hai parlato, raccontaci com’è andata.

whatsapp-image-2016-09-19-at-11-28-12Sì, il sindaco Coletta e il vice sindaco si sono congratulati con me e con Vasco e ci hanno ringraziato per l’operato. Ho colto l’occasione per presentare il progetto sul campo macerie per l’addestramento dei cani, un vero e proprio polo logistico al centro del Lazio. Il piano di lavoro è stato protocollato e consegnato al Comune. Siamo ora in attesa di una risposta e a breve consegneremo anche dei disegni di un geometra.

In questi giorni si sta parlando molto del vostro lavoro in questa grande tragedia, ma voi vi allenate tutto l’anno.

Noi ci alleniamo tutto l’anno, per anni, noi come tutte le protezioni civili che sono intervenute, o magari non sono intervenute perché c’è stato un ricircolo. Ma anche chi è rimasto a casa si allena per anni per eventualmente, purtroppo, essere chiamati. Il mio appello è sempre questo, se mai ricapitasse una tragedia simile vogliamo andare lì pronti, lo siamo, vogliamo andarci ancora più pronti, perché poi le macerie de L’Aquila sono diverse da quelle che abbiamo trovato ad Amatrice, sono due problematiche diverse, sono due tecniche diverse di allenamento sui cani. Quindi il mio appello è all’amministrazione pubblica e di farsi sentire. Non costa nulla è solamente una questione di impegno da parte dell’amministrazione.

Due giorni prima del terremoto avevi pensato di abbandonare il soccorso, non come istruttore, ma come soccorritore, poi la tragedia, e sei partito, ancora una volta. La decisione è solo rimandata o cancellata?

Per il momento rimandata, sono molto arrabbiato, ma lo sono per quello che ho detto prima. Non abbiamo i mezzi. Noi per allenarci dobbiamo fare chilometri, dobbiamo spostarci da qui, i ragazzi fanno volontariato a spese loro, spostamenti, allenamenti, cure mediche del cane. Se il cane si fa male è il proprietario che se ne occupa. Per tutto questo sono molto arrabbiato. Anzi, devo ringraziare la Clinica San Michele che al mio rientro ci ha ospitato nella sua clinica, visitando Vasco, facendogli le lastre, mettendolo in condizioni di tornare operativo, quindi ringrazio la struttura veterinaria di Latina. Ma è stato l’unica struttura privata che si è fatta avanti. Quindi sono un po’ arrabbiato. Poi magari non abbandonerò mai, non è in me, però in questo momento la rabbia è tanta. In qualità di istruttore seguirò i ragazzi perché ne hanno bisogno, e qualora succedesse una nuova catastrofe, speriamo mai, ripartirò se Vasco ancora se la sentirà e sarà pronto. Però vediamo cosa ci risponde l’amministrazione pubblica.

Un ringraziamento per tutto quello che fate per l’Italia a tutti voi.