Latina, arrestati per Olimpia e rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame

Il tavolo della conferenza stampa relativa all'Operazione Olimpia

Accolto il ricorso al Tribunale del Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Mara Mattioli per l’associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati contro la pubblica amministrazione, abuso d’ufficio, falso ideologico e turbata libertà degli incanti, oltre ai reati in materia edilizia commessi a Latina in danno del Comune e a favore di una cerchia di imprenditori: sette scarcerazioni nel pomeriggio di oggi.

Sottoposti a interrogatorio di garanzia, gran parte dei 16 destinatari dell’ordinanza richiesta dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano avevano presentato ricorso al Riesame. Nell’udienza della scorsa settimana, durante la quale si era discusso delle posizioni dell’ex consigliere comunale Vincenzo Malvaso, degli architetti Ventura Monti e Luca Baldini, dell’ex sindaco Giovanni Di Giorgi (già scarcerato e posto ai domiciliari la scorsa settimana per motivi di salute di un famigliare), dell’ex assessore all’urbanistica Giuseppe Di Rubbo, del costruttore Massimo Riccardo e dell’imprenditore Andrea Capozzi (quest’ultimo ai domiciliari), mentre il collegio difensivo cercava di scardinare l’impianto accusatorio minando l’ipotesi di associazione a delinquere, il Pm depositava una memoria contenente ulteriori elementi volti ad irrobustire la stessa. Un’udienza durata cinque ore: le singole parti, compresa la pubblica accusa, avevano tirato fuori il proprio asso dalla manica.

Resta da capire se il Riesame abbia accolto i ricorsi di Malvaso, Monti, Baldini, Di Giorgi, Di Rubbo, Riccardo e Capozzi rigettando l’ipotesi di associazione a delinquere o se abbia ravvisato la mancanza di esigenze cautelari. Le motivazioni saranno rese note entro 45 giorni, ma si propende per la seconda ipotesi. Il Riesame disponendo la scarcerazione dei sei indagati ha ordinato per l’architetto Ventura Monti l’interdizione dai pubblici uffici per un anno. Dirigente del Comune di Latina, attualmente dell’Anagrafe (sospeso dal servizio e dall’incarico di dirigente a seguito dell’arresto), risulta indagato per il ruolo svolto in altri settori, primo tra tutti quello di capo dell’ufficio tecnico. La sua interdizione dai pubblici uffici rappresenterebbe una garanzia contro un possibile inquinamento delle prove.