Latina, Borgo Montello discarica di Roma: succedeva già nel 2014

Gli invasi delle discariche di Borgo Montello

Cambiano i governi in provincia di Latina ma non cambia il ruolo cruciale rivestito dalla discarica di Borgo Montello e le rassicurazioni, solo verbali, delle giunte comunali sulla chiusura di invasi che sembrano invece sempre più in procinto di riaprire. Nel 2014 era stato il patron di Rida Ambiente Fabio Altissimi, quasi predicendo il futuro, a descrivere uno scenario che pare quanto mai attuale. Rispondendo a una polemica accesa con l’allora assessore all’ambiente del comune di Latina, Fabrizio Cirilli, Altissimi scriveva: “Si apprende dalla stessa stampa, e questo pare il dato essenziale, che già da tempo presso le discariche di Borgo Montello giungono ingenti quantitativi di rifiuti del trattamento provenienti da fuori Ato (ambiente territoriale ottimale), che hanno senz’altro contribuito ad esaurire precocemente gli invasi”

La polemica era sorta dopo l’autorizzazione concessa, dalla Regione Lazio a Rida Ambiente, all’incremento dei quantitativi di rifiuti trattabili nel proprio impianto con conseguente richiesta della società di Aprilia di poter conferire nella discarica del Comune capoluogo. Un secco no era arrivato dall’assessore Fabrizio Cirilli preoccupato per l’esaurimento precoce degli invasi ma soprattutto non desideroso di smaltire ulteriori scarti di lavorazione di rifiuti provenienti da fuori provincia (all’epoca era attiva una trattativa tra Ama e la stessa Rida Ambiente). Peccato che nella stessa nota stampa l’allora assessore all’ambiente fece riferimento allo sversamento, a Borgo Montello, di rifiuti provenienti da fuori Ato con le cronache cittadine che scoprirono, in pochi giorni, come a Montello arrivassero i rifiuti lavorati negli impianti Colari di Cerroni, quindi della Capitale.
Oggi come allora Borgo Montello sembra essere la soluzione ottimale per una crisi che sta, per l’ennesima volta, per scoppiare in quel di Roma. Con i contratti per portare i rifiuti all’estero in scadenza, e le regioni come l’Abbruzzo che pare vogliano mettere un freno all’ingresso di rifiuti romani, alla Capitale non resta che cercare di trattare nel Lazio i propri rifiuti indifferenziati. Gli impianti ci sono: la Saf di Frosinone, ancora lontana dall’essere riconvertita, ha bisogno di una quantità di rifiuti superiore a quelli prodotti dall’Ato di riferimento e la stessa Rida Ambiente è in grado di incamerare più rifiuti. Resta però un quesito: dove sversare gli scarti di lavorazione? E qui la scelta sembra obbligata: sulla Regione già pendono diverse pronunce del Tar, con i procedimenti avviati da Rida Ambiente, che obbligano l’ente guidato da Nicola Zingaretti a indicare all’azienda apriliana un luogo, nelle sue vicinanze, dove conferire gli scarti oggi inviati fuori regione; se a questo si aggiunge che Malagrotta appare impossibilitata ad aprire, la Mad di Roccasecca sta esaurendo gli spazi e soprattutto sia già situata in un ambiente fortemente inquinato come un recente studio ha dimostrato (seppur l’inquinamento non sarebbe direttamente ricollegabile agli invasi .ndr) ecco che l’unica discarica esistente, con progetti di ampliamento già depositati, rimane quella di Ecoambiente. Società, quest’ultima, la cui maggioranza è stata acquistata proprio da un gruppo riconducibile a Cerroni che infatti non sembra essere rimasto scosso più di tanto dalla notizia di una bocciatura ormai data per certa del progetto discarica di Casalazzara ad Aprilia.
E forse non è nemmeno un caso che, nonostante le parole dure usate in alcune note stampa dal sindaco Damiano Coletta e dal suo assessore all’ambiente Roberto Lessio, il Comune di Latina non abbia indicato alcun impedimento alla costruzione di nuovi invasi, o all’ampliamento di quelli esistenti, nella zona di Borgo Montello: elementi che avrebbero potuto invece essere inseriti nella revisione del documento con l’indicazione delle zone idonee o meno all’insediamento di nuovi siti di impianti di trattamento/smaltimento dei rifiuti approvato pochi giorni fa in Provincia.