Latina, brutale rapina ai danni di un anziano: di nuovo nei guai 26enne arrestato per violenze all’ex convivente

Il dirigente della Squadra Mobile di Latina Carmine Mosca, con una parte dei suoi uomini

Arrestato a Latina il 9 marzo scorso per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, lesioni aggravate e sequestro di persona in danno della sua ex convivente, Dragos Daniel Marcus, 26enne romeno, è accusato anche della violenta rapina commessa il 30 gennaio 2018 a scapito di un anziano residente nel capoluogo pontino, in via Litoranea. Il Gip Matilde Campoli ha emesso nei suoi confronti una misura cautelare per questo episodio. Ad eseguirla gli uomini della Squadra Mobile, diretta dal vice questore aggiunto Carmine Mosca. Secondo gli inquirenti Marcus è un soggetto di elevata pericolosità sociale, dedotta dai numerosi precedenti penali a suo carico.

La sera del 30 gennaio scorso l’anziano, ultrasettantenne, era uscito dalla sua abitazione di campagna per controllare il motivo dell’agitazione dei suoi cani, che abbaiavano furiosamente. Appena fuori dall’uscio, l’uomo era stato aggredito da ignoti che gli avevano spruzzato sul viso una sostanza urticante in modo da tramortirlo; immediatamente dopo, la vittima era stata attinta da diversi colpi di bastone sulla schiena e su un fianco, che gli avevano provocato lesioni importanti, a causa delle quali era stata ricoverata all’ospedale Goretti. Ma dopo le bastonate l’aggressione non era ancora finita. Infatti, l’anziano era stato trascinato all’interno della casa e legato mani e piedi sul pavimento, mentre l’aggressore rovistava all’interno delle stanze alla ricerca di valori di cui appropriarsi, sottraendo oggetti e denaro per un ammontare piuttosto modesto. Il malvivente, probabilmente con l’aiuto di un complice, si era poi allontanato dal luogo del delitto, facendo perdere le proprie tracce.

Le indagini, immediatamente attivate, hanno consentito agli investigatori della Squadra Mobile di individuare con grande tempestività le responsabilità del rumeno grazie anche alle comunicazioni che lo stesso aveva effettuato via chat nelle ore successive alla rapina. Da quelle comunicazioni risultava “incontrovertibile” – precisano gli inquirenti – che il rumeno aveva necessità di piazzare sul mercato la refurtiva sottratta all’anziano. Refurtiva che, peraltro, veniva recuperata e restituita al legittimo proprietario.

Le risultanze investigative hanno spinto il sostituto Marco Giancristofaro a chiudere, ottenendola, la misura restrittiva emessa dal Gip.