Latina, Calandrini: adesso Coletta dica la verità sulla gestione dei rapporti contabili tra Comune e Abc

Nicola Calandrini

“Adesso il sindaco Coletta dica la verità sulla gestione dei rapporti contabili tra il Comune di Latina e l’azienda Abc”. La settimana appena trascorsa si è conclusa “pesantemente” nel capoluogo, dal punto di vista politico-amministrativo, con il Consiglio comunale andato in scena per l’approvazione del primo bilancio (esercizio 2017) dell’azienda speciale che gestisce il servizio di igiene urbana. Un bilancio con il segno negativo che per la maggioranza si è tradotto in una normale difficoltà di start up e per l’opposizione con una perdita, presagio di futuri rischi prevedibili anche e soprattutto da una serie di ritardi accumulatisi nel 2018 che allontanano il cambio di passo nella gestione della raccolta dei rifiuti e la conseguenziale riduzione dei costi alla base delle previsioni economiche e finanziarie del progetto.

Nicola Calandrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, si è sempre detto favorevole all’idea che il Comune gestisse i rifiuti senza fare ricorso al mercato. E a tutela del progetto messo in campo da Latina Bene Comune ha sempre messo in guardia l’amministrazione dall’iter portato avanti per raggiungere tale obiettivo. Circostanza, questa, ricordata anche venerdì scorso in Consiglio rimproverando il sindaco del cosiddetto peccato originale, ovvero del mancato parere di conformità degli atti approvati. Oggi, il consigliere di opposizione affida le sue riflessioni rivolte al primo cittadino Damiano Coletta.

“Sono state inviate ai contribuenti bollette Tari – afferma Calandrini – calcolate su la base di un Pef (Piano economico finanziario) che ha previsto dei costi distanti dalla realtà: il canone di gestione dei rifiuti maggiore di due milioni di euro rispetto a quelli dei precedenti anni e lo stanziamento per il trattamento dei rifiuti è inferiore alle esigenze reali per il conferimento a Rida”.

Un passaggio non certo indolore per l’esponente di opposizione. Il timore è che, visto il mancato decollo della raccolta differenziata spinta, il quantitativo di rifiuti non differenziati destinato alla Rida a fine anno potrebbe essere superiore a quello previsto con la conseguenza di far saltare il banco.

“Si afferma – prosegue Calandrini – che Abc nei primi sei mesi ha già un utile (il consigliere fa riferimento all’annuncio alla vigilia del Consiglio di venerdì scorso da parte dell’amministrazione comunale, ndr) quando il dirigente Cappucci non riesce a determinare quanto spetta all’Azienda per il servizio erogato (ciò sarebbe alla base delle sue dimissioni, come emerso in parte anche durante il dibattito in aula, ndr). Questo può, quindi, solo significare che l’importo pagato è superiore ai costi sostenuti. Cos’altro deve verificarsi perché chi ha ruolo di controllo della regolarità amministrativa intervenga e metta fine a questa situazione e tuteli i cittadini che pagano stipendi e compensi a ben 9 controllori? Una risposta il sindaco Damiano Coletta se la merita: la nostra collaborazione c’è stata ed è documentata. Bastava leggere. Adesso è ora che il sindaco dica la verità sulla gestione dei rapporti contabili tra Comune e Azienda e quali sono i veri motivi delle dimissioni di massa che stanno caratterizzando la sua amministrazione”.

Calandrini parla di collaborazione messa a disposizione di Coletta&co. Quando? In occasione del Consiglio comunale del 28 dicembre 2018 quando il capogruppo di Fratelli d’Italia depositò agli atti dell’adunanza una relazione di 132 pagine contenente una lunga sfilza di eccezioni, ovvero di errori ravvisati dal consigliere nel complesso iter per la nascita dell’Abc e per l’avvio del suo servizio. Una sorta di vademecum utile a suo dire per addrizzare il tiro e guidare il nuovo soggetto verso una programmazione più sicura.

Calandrini, quindi, torna al peccato originale e nella nota rivolta al sindaco Coletta scrive quanto segue: “Il consigliere comunale quando svolge il suo mandato non agisce nell’interesse proprio ma nell’ interesse della comunità. Quindi avanzare in Consiglio comunale dubbi sulla legittimità di una deliberazione o, ancora, di un percorso gestionale seguito dai dirigenti dell’ente e da una propria costola amministrativa, come l’azienda speciale, non può restare solo nel Consiglio, ma dovrebbe generare comportamenti virtuosi, interventi correttivi in particolare se si evidenziano possibili danni erariali. E’ il caso del confronto sull’azienda speciale per i rifiuti, Abc, discussa nell’ ultimo Consiglio e prima nella seduta del 28 dicembre scorso. Dibattiti svolti in assenza del segretario -direttore generale e capo del progetto Abc. Fatto tanto grave da richiedere la sua sostituzione con il segretario di altro Comune. L’assenza, non solo fisica del segretario-direttore generale, pone seri dubbi alla luce di quanto sta avvenendo”.

“I verbali di consiglio – attacca Calandrini – sono pubblici e il dovere professionale prima, e la diligenza poi, vogliono che chi partecipa, o è investito del ruolo, li legga.  Mi aspetto che dopo il mio intervento (venerdì 3 luglio 2018), e quello degli altri consiglieri, su possibili, anzi certi, costi anomali del servizio del contratto affidato all’ azienda speciale si arrivi ad un’attività, rigorosa di verifica da parte di chi, ha per legge, il dovere di verificare che ci sia in assoluta conformità alle norme. A Latina abbiamo, e paghiamo, con i soldi dei contribuenti un segretario generale e ben tre vice segretari. Ma possibile che evidenziare in Consiglio gravi dubbi di possibile danno non abbia portato ad alcuna conseguenza? Dovremo solo accettare l’inevitabilità di danni futuri e certi?  Le risposte non le trovo”.

“In una sentenza – continua il capogruppo di Fratelli d’Italia – la Corte dei conti spiega che il segretario comunale è la figura professionale alla quale è per legge demandato un ruolo di garanzia, affinché l’attività dell’Ente possa dispiegarsi nell’interesse del buon andamento e dell’imparzialità. Da noi il segretario generale che è stato incaricato del coordinamento del progetto, non si è pronunciato, come se avesse da svolgere una semplice e banale funzione di assistenza giuridico/amministrativa nella redazione della delibera. Questo non lo esenta da responsabilità, anzi, lo chiama in causa ancora di più. Dunque, ancora di più oggi, alla luce dei recenti provvedimenti normativi in materia di controlli interni e di adempimenti ‘anticorruzione’, il segretario comunale diviene il garante della legalità e della conformità dell’azione amministrativa alle leggi, agli statuti ed ai regolamenti con il preciso obbligo giuridico di segnalare le illegittimità contenute nei provvedimenti, al fine di impedire atti e comportamenti illegittimi che potrebbero causare ipotesi di danno erariale.  Il segretario ha sentito i miei rilievi. Possibile che nulla ha ritenuto da evidenziare al Consiglio comunale? Quale è stata la sua posizione rispetto ai problemi segnalati dal dirigente dimissionario? Non è possibile immaginare che ritenga l’azione amministrativa conforme alle norme”.

Al di là delle sue riflessioni, Calandrini si è detto amareggiato per l’invio delle bollette Tari calcolate sulla base di un Pef “distante della realtà”, foriero di un cattivo presagio combinato alle motivazioni che avrebbero spinto il dirigente del servizio Ambiente a rassegnare le sue dimissioni: “Adesso è ora che il sindaco dica la verità sulla gestione dei rapporti contabili tra Comune e Abc”.