Latina, caporalato: Coldiretti: “Non criminalizziamo le aziende”

Il presidente di Coldiretti Latina, Daniele Pili, ha espresso il suo parere riguardo la lotta al caporalato per sostenere le aziende agricole.

Così il presidente di Coldiretti Latina, Daniele Pili.: “Coldiretti Latina è da sempre in prima linea per la lotta al caporalato ed è l’unica organizzazione datoriale ad aver sostenuto la legge 199 del 2016 per il contrasto allo sfruttamento in agricoltura e la clausola sulla condizionalità sociale”.

“Bisogna fare attenzione però, a non criminalizzare il mondo agricolo – prosegue Pili – solo perché è l’anello più debole. Il caporalato è un reato spregevole ai danni di lavoratori che difendiamo, così come difendiamo la quasi totalità di aziende oneste, che mai si sono prestate a queste pratiche abusive di lavoro sommerso. Il mondo agricolo ha bisogno di trasparenza su tutta la filiera agroalimentare, dal produttore alla grande distribuzione”.

“Coldiretti si è sempre battuta per garantire una maggiore attenzione su caporalato, lavoro nero, ma anche usura e infiltrazioni mafiose nella ristorazione, fino al macrotema della mancata chiusura del ciclo dei rifiuti. “Lo abbiamo fatto con l’Osservatorio Agromafie – spiega il direttore di Coldiretti Latina, Carlo Picchi – per assicurare un processo di legalità che coinvolge anche le forze dell’ordine e le istituzioni, impegnate alla lotta al caporalato”.

Fenomeni che sono stati analizzati nell’ultimo rapporto presentato a Palazzo Rospigliosi da Coldiretti Lazio, realizzato dalla Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, in collaborazione con la Regione Lazio e il Ministero della Transizione Ecologica. Un documento che analizza il fenomeno dell’illegalità e criminalità nelle filiere agroalimentari e nell’ambiente delle Province del Lazio.

“Dati che poi abbiamo presentato anche a Latina – conclude Picchi – elaborandoli per i nostri territori. C’è da dire che grazie al lavoro di ISMEA, sappiamo precisamente i costi di produzione nella nostra regione. E questo è l’unico dato da cui si deve partire per ripristinare legalità e trasparenza. È insopportabile l’idea di sentirsi sotto accusa e poi fronteggiare un caporalato importato, che genera concorrenza sleale fondata solo sul prezzo più basso”.