Latina, Ciccarelli in commissione: maggior impatto del fenomeno migratorio con il decreto Sicurezza

Patrizia Ciccarelli

L’amministrazione comunale di Latina torna a polemizzare con Matteo Salvini. Questa volta per il decreto sicurezza evidenziando possibili ricadute in danno dell’accoglienza fornita attraverso il sistema Sprar.

“Un anno fa il Consiglio comunale ha approvato un percorso per lo Sprar e il recente Decreto Sicurezza rischia di avere effetti distruttivi sui nostri territori”. Lo ha affermato questa mattina in commissione Welfare del Comune di Latina, l’assessore ai servizi sociali Patrizia Ciccarelli convocata per fare il punto alla luce del recente decreto sull’immigrazione. “Eravamo davanti un fenomeno migratorio di ammassamenti di persone nei Car e la Prefettura si chiedeva come distribuire e gestire queste persone. La risposta dell’amministrazione – ha detto Ciccarelli – è stata di prendere in gestione tutta l’accoglienza scegliendo la via degli Sprar, sistema pubblico gestito con soldi pubblici, diversamente dai Cas che è un sistema privato gestito con soldi pubblici”.

“Le scelte del Ministro dell’Interno avranno sul nostro territorio ricadute in termini di maggior impatto del fenomeno migratorio e di drastica riduzione di risorse e strumenti per contrastarlo – ha dichiarato l’assessora Ciccarelli -. L’incremento dei grandi centri a danno dell’accoglienza diffusa porterà all’aumento dell’irregolarità sul nostro territorio con gravi conseguenze in termini di costi sociali e, in particolare, di sicurezza, tutti a carico dell’ente locale”.

Il decreto legge su immigrazione e sicurezza, votato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri il 24 settembre scorso, secondo l’assessora, pone l’amministrazione davanti alla preoccupante prospettiva di un forte ridimensionamento dello Sprar – Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati – e una riduzione dei soggetti accolti destinando lo Sprar ai soli titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati.

Ciccarelli ha ricordato che la scelta dello Sprar era stata condivisa dall’intero Consiglio comunale “che un anno fa aveva deciso di puntare su un’accoglienza qualificata, dignitosa e controllata, puntando sul consolidamento del rapporto di leale e reciproca collaborazione con la Prefettura e le forze dell’ordine”.

“Ed è proprio grazie a questo approccio razionale, radicato nel nostro territorio fin dalle esperienze dei Campi Profughi, che anche relativamente all’emergenza dei nuovi fenomeni migratori a Latina – ha detto l’assessora – non esistono reali tensioni laceranti nel rapporto tra cittadini residenti e migranti richiedenti asilo. Una buona parte del 2017 e tutto il 2018 è stato caratterizzato dall’attesa di un nuovo bando per gli affidamenti – bloccati anche per lo scandalo di Fondi – e nel frattempo il Comune ha stretto una collaborazione più proficua con le cooperative arrivando anche a chiudere alcune strutture”.

A seguito del “buon lavoro svolto nello Sprar”, Latina – ha sottolineato Ciccarelli – era stata scelta tra soli 20 comuni per un fondo Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione) per situazioni emergenziali di grave marginalità e vulnerabilità che destinava al Comune 1.700.000 euro per dotare la rete territoriale di strumenti nuovi finalizzati ad azioni di risanamento di alcuni spazi urbani, tra i quali, ad esempio, l’ex mercato Annonario e l’area del mercato settimanale, oggi drasticamente ridotto dal Ministero dell’Interno a 480 mila euro”. “Con il decreto quei soldi saranno spostati alle Commissioni Territoriali (per rilasciare i permessi) passando a un approccio più teorico che pratico nella reale gestione. “Risultato: più Cas e meno Sprar; permessi ristretti, che significano meno percorsi di integrazione”, ha spiegato l’assessore.

“Nel sistema Sprar – ha spiegato la funzionaria comunale Stefania Krilic – gli operatori non possono fare lucro e tutto deve essere giustificato al Ministero. Il sistema dei Cas funziona sul massimo ribasso invece che sulla valutazione della qualità del servizio offerto. Adesso, inoltre, è stato previsto che da 35 euro giorno di base d’asta si passi a 19 strozzando già in partenza la possibilità di offerta. Lo Sprar costa in media 49 euro per un progetto condiviso e approvato dal Ministero”.