Satnam Singh era tra i sette braccianti privi del permesso di soggiorno, che lavoravano per l’Agrilovato di Borgo Santa Maria a Latina. Azienda di cui Antonello Lovato era il rappresentare legale e il padre Renzo amministratore. Un quadro di completo sfruttamento, alimentato dallo stato di bisogno dei lavoratori stranieri, è emerso nel corso delle indagini sulla morte atroce di Satnam Singh, per la quale è stato arrestato dai carabinieri ed è in carcere a Latina Antonello Lovato, in attesa del processo per omicidio volontario al via il primo aprile con giudizio immediato, dopo la richiesta di rito abbreviato avanzata dai suoi legali e respinta dal Tribunale. Satnam Singh bracciante indiano, venne lasciato davanti casa con un braccio amputato il 17 giugno dello scorso anno, a causa di un infortunio sul lavoro, morendo due giorni dopo al San Camillo di Roma.
Diritti calpestati e rischi
Adesso è finito in carcere anche il padre Renzo, recluso a Frosinone. Entrambi, sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravata.
Le indagini si sono basate anche un’accurata analisi dei tabulati telefonici e dei social dei lavoratori irregolari trovati nei campi al momento dell’infortunio e delle dichiarazioni di quattro lavoratori irregolari, che su richiesta del Comando Compagnia Carabinieri di Latina, hanno ottenuto il permesso di soggiorno per “casi speciali”.
Le retribuzioni non coincidevano con i contratti collettivi nazionali, così come gli orari di lavoro, gli orari di riposo e i riposi settimanali. Puntualmente violate le norme in materia di sicurezza, come nell’utilizzo di attrezzi agricoli pericolosi.
Il Tribunale ha disposto anche il controllo giudiziale dell’azienda a vario titolo riconducibile ai due indagati, nominando un amministratore giudiziario, nei cui confronti si è proceduto alla notifica del predetto provvedimento.
Le misure di contrasto al caporalato sono state rafforzate, anche alla luce di un ulteriore protocollo d’intesa sottoscritto presso la Procura della Repubblica di Latina.