Latina, il “Corpo disumano” di Daniele Campanari si presenta alla Feltrinelli

Il giornalista e scrittore di Latina torna in libreria il prossimo 29 marzo, alle 18, per presentare il suo nuovo libro, “Corpo disumano”, negli spazi della Feltrinelli di Latina. Insieme all’autore ci saranno il giornalista e poeta Simone di Biasio, lo scrittore Claudio Volpe e l’attrice Michela Sarno.

“A chi riesce a capire / come ci si sente”. Con questa dedica vengono introdotte le poesie che compongono la raccolta “Corpo disumano” (Oèdipus, Salerno – 2017). Il testo, ora presente in tutte le librerie italiane, è frutto di un lavoro durato quasi tre anni. In questo tempo l’autore ha raccolto e narrato fatti ed episodi puntando l’arco su determinate persone che, comunque, non ha mai voluto colpire con la sua freccia.

“Corpo disumano”, terza opera letteraria di Campanari, è presentato dalla scrittrice Simona Baldelli (autrice Giunti). Nella prefazione al volume, la Baldelli rilegge le poesie del poeta pontino ricordando il capolavoro “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. E dice: “Le poesie di Daniele Campanari […] ci consegnano uno sguardo denso e disilluso su una realtà che è fatta di solitudine e dolore, attonito contenitore di vicende difficili da codificare. Le parole sono disperatamente soggettive, scritte nella carne […] e, proprio perché così credibilmente ancorate al suo essere, parlano all’orecchio di chiunque le ascolti, in virtù di quel desiderio di connessione, o tensione all’assoluto, cui ogni essere umano aspira”.

Non solo Beckett; anche un altro grande scrittore viene citato dalla Baldelli. Si tratta del portoghese José Saramago, premio Nobel per la Letteratura nel 1998, padre del famosissimo romanzo – poi riadattato al cinema – “Cecità”. È qui che la scrittrice dice di aver “visto” Campanari provare “a rimettere le cose a posto, attento, però, a tenere l’essere umano al centro di esse”.

Il “Corpo disumano” dell’autore di Latina è diviso in due parti: nella prima, quella notturna, c’è intimità, vengono analizzati i rapporti di coppia, i vincoli familiari e le inevitabili delusioni; nella seconda, invece, quella diurna, entrano in scena i morti del terrorismo, il bambino siriano che somiglia a una “conchiglia a testa in giù”, le mense dei caritatevoli che accendono la luce sul mondo contemporaneo.

Disumano dunque, un corpo che, nonostante il precario equilibrio dovuto alle botte subite, si regge in piedi respirando quanto possibile.