Latina, il disastro sul lungomare al centro di una petizione online

La disastrosa situazione in cui versa il lungomare di Latina finisce al centro di una petizione online sul sito internazionale più famoso, Change.org, specializzato proprio nella raccolta di firme sul web, anche se spesso a sfondo sociale e umanitario.

A proporla è stata Rita Schievano, tra l’altro già in passato molto attenta alle dinamiche della marina di Latina, all’indomani del sequestro degli ultimi quattro stabilimenti balneari, ad opera del Corpo Forestale dello Stato, dei nove che erano già stati colpiti dal provvedimento di revoca delle concessioni demaniali da parte del Comune. Ma alla base della petizione, indirizzata all’amministrazione comunale e alla Procura della Repubblica di Latina, ci sono anche altre questioni, come il degrado, l’erosione e lo stato pietoso della passerelle per l’accesso alla spiaggia.

“La città di Latina . è scritto nella petizione – è ormai arrivata ad un livello di degrado inaccettabile da parte di tutti i cittadini. Ad oggi 24 aprile 2016 i cittadini si ritrovano a non poter usufruire neanche degli stabilimenti balneari, in quanto posti sotto sequestro. La stagione balneare avrà inizio il 1 maggio. Le passerelle di accesso all’arenile sono divelte, il servizio di sicurezza dato dai bagnini non ci sarà nelle aree che erano gestite dagli stabilimenti. L’accesso consentito ai portatori di handicap e i servizi igienici a loro destinati non ci saranno senza gli stabilimenti. Il comune non è in grado di garantire i servizi minimi richiesti per la sicurezza e incolumità dei propri cittadini. La burocrazia non consente la fruizione di un bene quale il litorale e dei servizi che “terzi” possono offrire. Gli esercizi commerciali sono pressoché inesistenti sul tratto Capo Portiere – Foce Verde. Per chi vorrà frequentare il mare, anche reperire una bottiglia d’acqua diventerà un’impresa ardua. Per quanti non hanno la possibilità di andare in vacanza alle Maldive, ma obbligatoriamente portano i figli al mare di Latina vi chiedo di firmare. Avere servizi sul lungomare è un diritto, e la burocrazia avrebbe dovuto risolvere i problemi senza crearne di ulteriori ad un’intera città”.