Latina, il dribbling di Coletta sulla variante Q3. Castaldo racconta il suo incontro con i titolari del terreno

Oggi a Latina giorno di Consiglio comunale, richiesto dall’opposizione, sulla variante urbanistica Q3. Un’occasione per il sindaco per riferire sulla scelta che ha destato molti dubbi, come sottolineato dalla consigliera Giovanna Miele, e per chiarire la sua visione di città atteso che l’amministrazione non ha finora inteso dotarsi di un nuovo strumento urbanistico, come segnalato dal consigliere Matteo Coluzzi, arroccandosi su una delibera di indirizzi approvata a novembre 2018 che, pur fissando l’obiettivo del consumo zero del suolo, non offre alcuna soluzione allo stallo dei Ppe annullati e né proiezioni di sviluppo.

Il primo cittadino Damiano Coletta, ancora una volta, ha scelto di non entrare nel merito della vicenda Q3 rinnovando ulteriormente la piena fiducia nei confronti dell’assessore all’urbanistica Francesco Castaldo e del dirigente Paolo Ferraro nel ritenere legittimo l’atto approvato. Parliamo della delibera di giunta 457, approvata il 28 dicembre 2018 dalla giunta municipale, e finita sotto inchiesta della Procura della Repubblica, con all’oggetto la variante al Piano particolareggio del comparto Q3 per l’eliminazione del vincolo alberghiero su un’area a ridosso dell’hotel Garden, in accoglimento alla richiesta di una società privata per la realizzazione di un centro commerciale. “A me è spettato il compito di chiedere una rivalutazione interna di tutto l’iter seguito – ha detto il sindaco – al termine della quale ho avuto rassicurazioni sulla regolarità dell’atto. L’errore umano ci può stare, ma va considerata la cultura delle regole che stiamo affermando perché applicare le regole è una garanzia della democrazia”. Coletta ha concluso il suo intervento dichiarando di avere “la coscienza al posto, al netto degli errori”.

Errori sui quali a più riprese, dai banchi dell’opposizione, è stato inutilmente chiesto al sindaco di fare luce.

Dopo gli interventi dei consiglieri di minoranza e di maggioranza, il dibattito si è concluso con il “contributo” dell’assessore al ramo. Castaldo, unico della giunta a risultare indagato (come detto dal sindaco in apertura di seduta), all’aula ha fornito un elemento nuovo. Premettendo di non aver mai ricevuto pressioni da chicchessia per la variante oggetto del dibattito e di non aver mai sollecitato gli uffici a portare avanti l’istanza della società richiedente il permesso a costruire il centro commerciale in via del Lido, ha detto di essere venuto a conoscenza della necessità di investimento da parte dei proponenti circa un anno fa nel corso di un normale colloquio che è solito riservare ai cittadini bisognosi di risposte. “Mi chiesero – ha raccontato – cosa fosse possibile realizzare in quel lotto e io, prendendo visione delle norme attuative, risposi che secondo me era possibile realizzare qualunque cosa. Poi aggiunsi: nel rispetto delle regole, siccome noi vogliamo dare pari opportunità, o presentate formale richiesta di variante urbanistica o, nel caso questa fosse respinta, una proposta di programma integrato per il quale si esprimerà l’amministrazione sulla base della pubblica. Non ne seppi più nulla fino a dicembre. Gli uffici Suap e Urbanistica si erano interfacciati tra di loro e avevano convenuto che l’istanza di variante poteva essere accolta con una deliberazione di giunta”. “Così sono andate le cose – ha continuato Castaldo -. E’ stato detto che si sono fatte le cose di fretta. Io ritengo che il breve tempo intercorso tra la richiesta e la deliberazione sia dipeso dal fatto che era una pratica ‘facile’. Inizialmente forse ho esagerato nel dire che questa pratica poteva essere risolta con una determinazione del dirigente, ma sono convinto che l’iter seguito sia giusto. Io l’avrei fatta, sempre di giunta, con l’articolo 1 bis della legge regionale 36/87”.

Sulla sua posizione di indagato, Castaldo ha detto che non è la prima volta che gli succede, aggiungendo che se c’è una cosa che proprio non sopporta è la gogna mediatica: “Se dovessi ricevere un avviso di garanzia vi informerò, anche se mi è già successo di essere l’ultimo a venirne a conoscenza”.

Insomma, per il sindaco Coletta e l’assessore Castaldo non c’è motivo di preoccupazione per quest’inchiesta. Rispedite al mittente le richieste di dimissioni dell’assessore e di revoca della variante.