Sono quasi 200 i lavoratori del 118 che attraverso aziende private gestiscono il servizio del soccorso pubblico in provincia di Latina, garantendo in 12 postazioni la gestione dell’emergenza sul territorio. Osannati durante la pandemia, sono adesso alle prese con l’ordinario, che di per sé costituisce un’emergenza occupazionale.
L’Azienda regionale Ares 118 ha avviato infatti una politica di internalizzazione nella gestione del servizio, procedendo con affidi diretti a personale reclutato attraverso concorso pubblico della ASL.
Un aspetto, che nonostante gli appalti rinnovati tra Ares e l’Associazione Temporeanea d’Impresa tra aziende in provincia, preoccupa e non poco gli operatori: dai medici, ai soccorritori, agli autisti, che temono la perdita del posto di lavoro e, timore generale che non appartiene solo ai diretti interessati, la perdita delle professionalità e competenze necessarie. Realtà che in alcune postazioni territoriale si sono già verificate, con personale lasciato senza occupazione nonostante gli anni di esperienza e le elevate qualifiche.
Dubbi e perplessità che stanno venendo fuori. Gli operatori del 118 vogliono chiarezza, regole, concorsi pubblici per rientrare nelle graduatorie, ove si venisse a completare il processo di internalizzazione. E nel dubbio continuano a svolgere la loro opera, indefessa, preziosa e spesso sottopagata.