Latina, Lbc getta la spugna sul teatro: la gestione del D’Annunzio in concessione ai privati

Il teatro di Latina

Rifiuti zero? Per ora zero cultura, inteso come punto da cui ripartire. E’ questo il risultato dell’affidamento a terzi della gestione del teatro comunale di Latina andato in scena oggi in Consiglio comunale. A distanza di tre mesi dall’approvazione del Documento unico di programmazione che prevedeva per il teatro e il suo funzionamento qualche decina di migliaia di euro, Latina Bene Comune ha preso coscienza del fallimento della propria previsione di bilancio (le nozze con i fichi secchi) e ha portato in aula la modifica della programmazione, deliberando in favore dell’affidamento della gestione del D’Annunzio, attraverso bando pubblico, ad un “privato qualificato”, per la realizzazione di 40 eventi.

“Niente soldi, niente personale per gestire in casa il teatro cittadino”, queste in sintesi le motivazioni che hanno spinto l’assessore alla Cultura Antonella Di Muro a cambiare il passo, esponendosi alle critiche. In particolare a quelle del consigliere Alessandro Calvi che le ha rimproverato non tanto l’affidamento, oggi, del teatro a terzi quanto quello di non aver saputo battere abbastanza i pugni sul tavolo, tre mesi fa, per far assegnare alla Cultura adeguati stanziamenti: “E’ una scelta politica – ha detto Calvi -, questa amministrazione non ha investito sulla cultura ma ha fatto altre scelte”. Una scelta deludente per tutta l’opposizione che a turno ha messo in evidenza la contraddizione di Lbc sui temi della cultura, sull’approccio al privato per gestire il teatro che si sarebbe potuto organizzare in proprio con una “fiche” di qualche centinaia di migliaia di euro – citazione del consigliere Matteo Adinolfi. “Questa amministrazione ha mostrato coraggio sui rifiuti, proponendo l’azienda speciale. Un coraggio che fa gelare la camicia. Sul teatro, per il quale sarebbero bastati molti soldi in meno, non ha avuto coraggio. Peccato”, ha concluso Adinolfi.

Dal canto suo l’assessora Di Muro ha replicato sostenendo che le scelte in giunta sono sempre condivise, come a voler dire di non essere stata messa all’angolo dai colleghi nell’assegnazione di poche risorse ma di aver condiviso lei stessa le altre priorità emerse sulle quali sono state convogliate le disponibilità finanziarie. “Siamo partiti da zero – ha detto – e prima di parlare di fallimento della cultura io direi di aspettare”. Di Muro ha anche detto che dare in concessione il teatro non vuol dire privatizzare il D’Annunzio ma trovare un partner che possa collaborare con il Comune per dare ai cittadini un servizio.

Anche il sindaco Damiano Coletta è voluto intervenire sul punto replicando soprattutto al consigliere Matilde Celentano che in aula gliene ha cantate mettendo in evidenza le contraddizioni di un primo cittadino che appena insediato dichiarava che il teatro era una delle sue priorità, che con Rinascita civile e Lievito aveva manifestato interesse per la cultura arrivando oggi a dare in concessione il teatro a privati. “Quando ho parlato di priorità – ha detto il sindaco – mi riferivo alla riapertura del teatro. In quanto alle contraddizioni, da sindaco mi sono sempre mosso decidendo su cosa sia utile alla comunità e non su cosa convenga fare. Certe scelte che appaiono contraddittorie sono scelte maturate toccando con mano”.

La delibera relativa alla concessione del teatro comunale di Latina a terzi è stata approvata a maggioranza: 19 voti favorevoli, quelli di Latina bene, e nove voti contrari, quelli dell’opposizione dal Partito democratico a Fratelli d’Italia, da Forza Italia a Noi con Salvini, dalla lista Calandrini alla lista Calvi.

La concessione a terzi, da effettuarsi mediante evidenza pubblica, prevede l’affidamento al vincitore del bando per tre anni, con un contributo da parte del Comune di 100mila euro, per la realizzazione di 40 spettacoli annui. Nel corso della stagione il Comune si riserverà lo spazio per venti eventi.