A Latina, i locali di via Varsavia, recentemente ristrutturati dall’amministrazione comunale per ospitare uffici pubblici, saranno invece destinati alla Croce Rossa. Una decisione che da un lato garantisce all’associazione umanitaria una sede più funzionale, ma che dall’altro solleva interrogativi sulla gestione del patrimonio comunale e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Ad esprimere perplessità è il gruppo consiliare di Latina Bene Comune (LBC), che sottolinea come la scelta rischi di vanificare l’obiettivo originario della ristrutturazione: ridurre i costi degli affitti sostenuti dal Comune per i propri uffici.
“Nessuno ce l’ha con la Croce Rossa – chiariscono i consiglieri Dario Bellini, Damiano Coletta, Floriana Coletta e Loretta Isotton – e ci mettiamo noi stessi a disposizione per individuare un nuovo spazio oltre quelli di via Ezio e via Monti Lepini, già affidati alla Cri. Una valida alternativa potrebbe essere, ad esempio, l’ex tabacchificio.”
LBC richiama l’attenzione sulla delibera di giunta n. 75 del 2016, nella quale si stabiliva che il recupero degli edifici di proprietà comunale, tra cui quello di via Varsavia, avesse l’obiettivo di ospitare attività amministrative per ridurre i costi delle locazioni. “Ora – proseguono i consiglieri – un Comune in crisi di liquidità non solo non risolverà il problema degli affitti onerosi che sottraggono risorse ai servizi per i cittadini, ma si ritroverà con un altro edificio, quello di via Ezio, inutilizzabile perché completamente da ristrutturare.”
Il gruppo consiliare sottolinea inoltre il rischio di danno erariale, dal momento che oltre un milione di euro, proveniente da un bando per le periferie finanziato dalla presidenza del Consiglio dei ministri, era stato destinato proprio alla creazione di uffici comunali. “Ancora una volta – concludono – emerge una gestione inefficace del patrimonio pubblico, come già accaduto con il garage Ruspi e l’ex Banca d’Italia, affidati all’università Sapienza mentre la città avrebbe bisogno di spazi culturali e di integrazione. Il Comune, che continua a pagare affitti ingenti, aumenta il costo di servizi come la Tari e la sosta, mentre diminuiscono quelli per i cittadini più fragili, come evidenziato anche dalle recenti proteste dei sindacati del settore sociale.”









