Latina, morta di cancro: la burocrazia uccide il diritto dei suoi bambini ad un alloggio popolare

Da sinistra Stefania Sorrentino, Emanuele Spagni e Matilde Celentano

E’ approdato oggi in commissione Trasparenza del Comune di Latina il caso di una donna di 33 anni che, nel mentre si aggrappava alla vita sottoponendosi alla chemioterapia, si era vista retrocedere dalla graduatoria, aggiornata a novembre scorso, per l’assegnazione di uno degli alloggi popolari di Porta Nord, consegnati al Comune di Latina ad agosto 2018. La donna, giovane madre di due bambini, era in graduatoria tra le prime dieci posizione, ma nella fase dell’aggiornamento era precipitata al 142esimo posto, sicché quando a gennaio 2019 sono stati assegnati in custodia i primi venti alloggi popolari era rimasta fuori.

Malata di cancro, senza reddito, con due figli minorenni a carico e un compagno senza lavoro, la donna in fase terminale aveva appreso di aver perso il punteggio alto perché non aveva prodotto il nuovo certificato della Asl, attestante la sua malattia, scaduto a settembre 2018. L’Ufficio Casa del Comune di Latina aveva tentato di mettersi in contatto con la donna, sia telefonicamente (ma il recapito fornito nel 2012 al momento della presentazione della domanda di alloggio popolare non era più attivo) che attraverso l’invio di una raccomandata, il cui avviso di giacenza era tornato all’ente. La poveretta che quel certificato rinnovato ce lo aveva eccome, non era però stata in grado di produrlo al Comune in tempo utile per vedersi riconosciuto il suo diritto. La donna è morta la settimana scorsa e due giorni prima del decesso ha chiesto al padre di fare in modo che quell’alloggio, negato dalla burocrazia, fosse assegnato ai suoi bambini. Ma non sarà cosa semplice.

Oggi, in commissione Trasparenza, l’Ufficio Casa, rappresentato in aula dall’avvocato Stefania Sorrentino e dall’architetto Emanuele Spagni, ha chiarito che con il decesso dell’istante i bambini non possono subentrare in graduatoria. Diverso sarebbe stato se a gennaio le fosse stato assegnato l’alloggio. In questo caso i bambini avrebbero ereditato il diritto. Forse ci vorrebbe un buon avvocato, ma costa.

Raimondo Tiero

La commissione, presieduta dalla consigliera Matilde Celentano di Fratelli d’Italia, con all’ordine del giorno i criteri di formazione delle graduatorie e le procedure di assegnazione degli alloggi popolari era stata richiesta dal consigliere Raimondo Tiero, anche lui di FdI.

Tiero ha subito esposto il caso particolare della mamma di 33 anni morta senza vedersi riconoscere un diritto, aggiungendo poi la storia di un nucleo familiare con a carico un ragazzo di 16 anni malato anche lui di cancro passato dal 13° posto al 700° sempre per colpa di un certificato. Da quanto si è potuto apprendere il certificato è scaduto nel 2017, ma la Asl non avrebbe prodotto altra certificazione perché non necessaria stante la mancata evoluzione della malattia.

Casi particolari entrambi, certo, che potrebbero purtroppo rientrare in una fattispecie. L’assessore Francesco Castaldo, presente in commissione, ha riferito di aver chiesto un parere all’avvocatura del Comune per verificare se vi fosse la possibilità di cambiare qualcosa nella procedura per il rinnovo delle graduatorie.

Ma in tanto in aula è stato affrontato anche un altro discorso molto spinoso, emerso proprio nell’assegnazione in custodia dei 20 alloggi, su un totale di 48. Cosa significa assegnazione in custodia? Significa, in parole povere, che gli assegnatari non possono andare a vivere nei nuovi alloggi perché, sebbene ultimati e collaudati, non hanno ancora l’agibilità in quanto sprovvisti dei servizi di acqua, luce e gas. Gli allacci della prima palazzina, da agosto a dicembre 2018, sono stati realizzati, ma ancora la fornitura dei servizi non è completa. In particolare quella dell’acqua, con un unico contatore condominiale. Il Comune, in via eccezionale – ha spiegato l’assessore Castaldo – ha nominato un amministratore per la gestione delle utenze dell’acqua appena una settimana fa. Morale della favola, i titolari dell’assegnazione non sono ancora abilitati ad alloggiare nei loro appartamenti, dei quali sono diventati custodi, facendo risparmiare all’ente le spese di guardiania.

La domanda di Tiero è stata questa: perché assegnare gli alloggi, in custodia, se non sono ancora abitabili? “Questa è una domanda che non dovete rivolgere all’Ufficio Casa”, ha risposto l’avvocato Sorrentino. A fornire una spiegazione è stato infatti l’assessore Castaldo: “Dopo la chiusura del cantiere si aveva la necessità di evitare che gli appartamenti non ancora assegnati fossero occupati abusivamente, inoltre poiché la graduatoria era pubblica gli aventi diritto ci hanno chiesto di poter accedere negli alloggi per organizzare il trasloco. Non ci aspettavamo tempi così lunghi per gli allacci e le utenze. Per la seconda palazzina, infatti, stiamo aspettando tanto più che lì non c’è ancora il collaudo amministrativo”.

Il quesito di Tiero è risultato molto interessante, aprendo a nuovi interrogati e riflessioni. Visto che trattasi di assegnazione in custodia, perché la condizione non è quella di una consegna chiavi in mano, perché non è stata effettuata ad agosto 2018 quando la ditta ha consegnato l’immobile al Comune? L’assessore ha detto che in quel momento i lavori per gli allacci erano in alto mare e che alla fine si era voluto attendere il rinnovo della graduatoria che è avvenuto a novembre. Già! E pensare che se fosse avvenuta tra agosto e settembre la donna di 33 anni sarebbe morta con un pizzico di serenità, sapendo che avrebbe lasciato un tetto ai suoi figlioletti. Ma non è solo questo il punto, c’è anche il rovescio della medaglia. A fine maggio 2019 la graduatoria sarà nuovamente rinnovata, mentre non è certo che gli assegnatari in custodia dei 20 appartamenti siano abilitati ad alloggiarvi. Se non vi fosse stata l’assegnazione in custodia e si fosse attesa l’agibilità degli alloggi, probabilmente si sarebbero assegnati i 20 alloggi con la nuova graduatoria di maggio 2019. Della serie chi e perché ha voluto “cristallizzare” attraverso assegnazioni in custodia gli alloggi della prima palazzina di Porta Nord? Si tratta di una procedura legittima?

Il dibattito in commissione Trasparenza, questo pomeriggio, ha assunto toni molto accesi. Sono volate parole fuori luogo, ma il tema è stato particolarmente sentito da parte dei consiglieri presenti.