Latina, movida sicura? Al quartiere dei pub saranno distribuite mascherine

Il coronavirus ha cambiato le nostre abitudini. Chi con maggiore consapevolezza, chi meno, ci siamo adeguati a misure che mai avremmo considerato possibili. Evitiamo ormai di toccarci o baciarci quando ci vediamo arrivando a salutarci da lontano quasi in colpa per non poter esprimere l’affetto verso chi abbiamo davanti. E, nei luoghi pubblici chiusi, o affollati, usiamo la mascherina.

Quasi tutti, c’è infatti una buona percentuale di una certa fascia d’età che proprio di queste cose non vuole sentir parlare. Non tutti, ovviamente, ma più di qualcuno. Sarebbe improprio generalizzare, ma non si può far finta di nulla.

Nello scorso fine settimana nel quartiere dei pub, ma non solo, li abbiamo visti girare senza protezioni, o con le protezioni indossate male, li abbiamo visti abbracciarsi, sedersi vicini. Per un momento l’impressione è stata che nulla fosse accaduto, che il coronavirus non fosse mai arrivato a stravolgere le nostre vite. Perché di uno stravolgimento si è trattato. I più fortunati lo hanno vissuto solo psicologicamente, qualcuno fa fatica a credere che sia tutto vero quello che “ci raccontano”.

Certo, non non si può colpevolizzare, allora si cerca il dialogo con i ragazzi. Lo fa il sindaco, la sera, in diretta Facebook, cercando di sensibilizzare all’uso della mascherina e ad un distanziamento, ora che la vita è ripresa quasi come prima, è ancora più importante. Coletta lancia anche frecciatine ai genitori: “Sono loro che devono spiegare ai giovani, adolescenti ma non solo, l’importanza che assume il loro comportamento”.

Questa sera, sabato 30 maggio, per rafforzare questo messaggio proprio agli ingressi del quartiere dei pub l’amministrazione distribuirà mascherine a chi si presenterà senza.

Quando si fanno domande ai ragazzi, anche a chi ha già superato i 30 anni, si ottengono queste risposte: “Ma no, io esco tutte le sere, vengo qui, è sicuro”. “La nostra fascia di età è esente”. “Non si può continuare ad avere paura”. “Nessuno si è contagiato dopo gli assembramenti tanto criticati a Roma all’inizio della Fase 2”. Tutto lecito, la voglia di vivere di questi giovani, che pagheranno un prezzo altissimo per il coronavirus, in termini di formazione e poi di lavoro, non può essere frenata. Indirizzata però sì, perché il rischio è tornare ad una Fase 1 e sarebbe un disastro.