Latina, ordinanza bis a carico della Corisma. Il Comune conferma la demolizione per la palazzina di via Ombrone

Il cantiere di via Ombrone

Annullata l’ordinanza di demolizione a carico della Corisma. Ma è solo un’illusione per erronea notifica. Il Comune di Latina, infatti, ha emesso contestuale nuovo provvedimento indirizzato alla stessa società titolare della palazzina edificata in via Ombrone e finita sotto sequestro a seguito dell’annullamento del nuovo Ppe del quartiere Prampolini.

La precedente ordinanza era stata notificata il 6 febbraio 2017 a Marco Cervelloni in qualità di legale rappresentante della Corisma quando invece – come risultato da una successiva visura camerale – dal 22 dicembre 2016 era Franco Cervelloni. Da qui il nuovo provvedimento a firma del dirigente del servizio Politiche di gestione e assetto del territorio, l’architetto Umberto Cappiello, che annulla il primo, emesso dal precedente dirigente Giovanni Della Penna, e contestualmente lo rinnova a carico di Franco Cervelloni, confermando tutti i rilievi mossi.

Una storia complessa quella della palazzina di via Ombrone rimasta incompiuta per intervenuto sequestro. La società Corisma, titolare del permesso a costruire rilasciato dal Comune di Latina esattamente due anni fa, primo settembre 2015, e di una Scia in variante del 28 giugno 2016, si è scontrata con l’effetto dell’annullamento dei sei nuovi Ppe deliberati dal commissario straordinario dell’ente municipale Giacomo Barbato il 24 maggio 2016, quasi un mese prima della data della Scia in variante.

Malgrado la conformità delle opere realizzate al permesso a costruire, la delibera del commissario ha annullato il Ppe e tutti gli atti ad essa riconducibili, preordinati, conseguenti e susseguenti, motivo per il quale i tre piani fuori terra ad uso residenziale, i locali tecnici e il solaio di copertura rimasti allo stato grezzo ad oggi vengono ritenuti privi di legittimità urbanistico-edilizia ed in contrasto con le Norme tecniche attuative del vigente Ppe (quello precedente a quello annullato) che destinano l’area parte a verde pubblico, parte a viabilità e parte ad area edificabile.

In base agli accertamenti svolti dagli uffici comunali non risulta applicabile in questo caso il disposto contenuto nell’articolo 15 comma 4 del Dpr 380/2001 secondo il quale in caso di variante urbanistica, ammesso che le nuove norme non consentano più la realizzazione dell’immobile, il permesso a costruire precedentemente rilasciato resterebbe valido ed efficace, con l’unica precisazione della sua decadenza. Nell’ordinanza di demolizione a firma di Della Penna prima e nella successiva ordinanza firmata da Cappiello, recante la data del 30 agosto 2017, viene evidenziato a tal proposito che i lavori in corso al momento dell’accertamento erano supportati oltre che dal permesso a costruire dalla successiva Scia in variante con data successiva a quella dell’annullamento del Piano particolareggiato edilizio deliberato dal commissario Barbato. Dunque, lavori da ritenersi abusivi e quindi da demolire entro novanta giorni pena l’applicazione di sanzioni, con facoltà eventuale di promuovere ricorso nelle sedi di giustizia amministrativa.

Il nuovo provvedimento del Comune di fatto riapre tutti i termini per la società Corisma già impegnata su più fronti in battaglie di natura legale (lo scorso inverno anche di protesta), con possibilità di prendere tempo in attesa che l’amministrazione targata Latina Bene Comune trovi una diversa risposta al nodo urbanistico dei Ppe prodotti da una politica impazzita per il mattone e annullati poiché ritenuti illegittimi.

L’architetto Umberto Cappiello