Latina, una preghiera per la città. Il Vescovo sulla corruzione: immaturità umana degli adulti che non aiuta i giovani

“Dio dei nostri padri,
che da varie parti d’Italia
hai fatto convenire in questa terra
uomini e donne carichi di speranza
perché con il loro lavoro la rendessero un giardino,
accogli il nostro umile ringraziamento…”

Inizia così la preghiera composta dalle parrocchie del capoluogo pontino recitata questa sera a Latina in occasione della santa messa, celebrata dal vescovo Mariano Crociata, per la festa dell’anniversario della dedicazione della cattedrale San Marco nell’85° compleanno di Latina.

Monsignor Crociata, nella sua omelia, si è voluto soffermare sui giovani, come giovane è la città di fondazione intimamente associata nella nascita della comunità latinense e nella sua Chiesa. “Ci sentiamo – ha detto il vescovo affrontando il tema, comune in parte alla prossima riunione del Sinodo mondiale dei Vescovi, ‘I giovani, la fede e il discernimento vocazionale’ – interpellati dalla condizione dei giovani della nostra città e delle nostre comunità parrocchiali, dai loro bisogni e dalle loro attese. A un primo sguardo l’elenco dei bisogni e delle attese sembra presto fatto, stando a quanto emerge della condizione giovanile dall’esperienza ordinaria, dalle cronache e dai dibattiti che quotidianamente affollano i mezzi di comunicazione. Così, in cima vediamo collocata la questione del lavoro, con le percentuali elevate di disoccupazione che registra, e poi di seguito la qualità e l’efficacia della proposta scolastica, il livello e le prospettive degli studi universitari, le derive delle relazioni sociali, con la diffusione del bullismo e di altre forme di devianza, le potenzialità e il condizionamento delle nuove tecnologie e dell’uso dei social media, le possibilità di partecipazione attiva alla vita pubblica. Sono convinto che, in varia misura, istituzioni e società non mancano di occuparsi di questi fenomeni e delle esigenze che essi sollevano. Tuttavia l’efficacia di tanti sforzi, là dove pure ci sono, è indebolita alla radice da una difficoltà di fondo, di carattere umano e morale, prima che sociale, tecnico o politico…”.

“E la difficoltà di fondo deriva da noi adulti, genitori, educatori, uomini e donne in qualche modo portatori di responsabilità i cui effetti ricadono direttamente o indirettamente sulle nuove generazioni”, ha proseguito monsignor Crociata citando il fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione e in quella privata. “Non è solo un’offesa a un astratto principio morale o la trasgressione di una norma legale – ha spiegato il vescovo -, è innanzitutto espressione di immaturità umana, è la prova che ci sono adulti tali solo per il numero di anni vissuti, ma rimasti bambini e adolescenti che non sono capaci di pensare che al proprio piccolo, immediato e anche illegittimo vantaggio, persone che rubano il futuro alle nuove generazioni, come ama ripetere il Papa, non solo perché alterano la corretta dinamica economica, ma perché dilapidano un patrimonio morale essenziale per la società, e cioè il senso della giustizia e della equità, che consiste nel capire e praticare che il bene di tutti, che la legge tutela, è anche il bene di ciascuno”.

Dunque, l’invito del vescovo a guardare con rinnovata cura ai giovani per la nascita di una nuova coscienza. “L’impegno che ne scaturirà – ha concluso Crociata – non mancherà di essere avvertito dai ragazzi e dai giovani della nostra città”.

Questa sera a San Marco la santa messa alla presenza di tutti i parroci della città e dei borghi di Latina per la ricorrenza della dedicazione. Nel corso della funzione l’esibizione del coro Schola Cantorum Diocesana “Corodia”, presieduta da Andrea Gnasso. Il coro, diretto da Angela Rita Giugliano, ha eseguito diversi brani, “Dona nobis pacem”, “Mille Cherubini in coro”, “Ninna nanna a Gesù Bambino”, “Alleluia” e “Astro del Ciel”.

La costruzione della chiesa di San Marco fu iniziata nel 1932, lo stesso anno della fondazione della città di Latina, allora denominata Littoria. La chiesa, progettata dall’architetto Oriolo Frezzotti al centro del nuovo centro abitato, fu portata a termine l’anno seguente e dedicata il 18 dicembre 1933. L’intitolazione all’evangelista San Marco, scelto come patrono della nascente città, intendeva sottolineare il particolare legame esistente tra l’Agro pontino e le Venezie, da cui proveniva la gran parte dei coloni assegnatari delle terre bonificate dalla palude.

Al termine è stata recitata la preghiera delle parrocchie di Latina, molto significativa, dedicata alla nascita della comunità insediatasi nella terra della palude bonificata. Di seguito il testo integrale.

PREGHIERA PER LA CITTA’

Dio dei nostri padri,
che da varie parti d’Italia
hai fatto convenire in questa terra
uomini e donne carichi di speranza
perché con il loro lavoro la rendessero un giardino,
accogli il nostro umile ringraziamento.

Tu che sei nostro Salvatore,
in questa impresa non ci hai lasciati soli
ma sempre hai concesso fiducia e coraggio
in Cristo Gesù, unica guida e vero sostegno
del nostro cammino.

Tu che sei la fonte dell’Amore,
manda anche oggi il tuo Spirito,
perché sperimentiamo la gioia di credere
e costruiamo nell’adempimento del tuo volere
ogni frammento della vita della nostra città.

Così, bonificata la palude dell’indifferenza
e del vuoto interiore,
diventeremo sempre di più tuo popolo,
per assaporare e condividere nella tua luce
la verità e la bellezza del vivere.
Amen