Latina, quella “diagnostica” di Coletta che non convince. Un caso da Corte dei Conti, oltre che politico

Alla luce degli ultimi avvenimenti sul centro di alta diagnostica di Latina, oggi l’associazione Codici torna a ribadire che resterà vigile affinché il danno economico non sia posto a carico dell’incolpevole cittadinanza, qualora l’ipotesi di danno erariale dovesse concretizzarsi. In ballo ci sono 800mila euro messi a disposizione dalla Provincia di Latina per i lavori, in parte già eseguiti, necessari all’adeguamento dei locali di via lago Ascianghi per l’installazione dell’apparecchiatura ibrida Pet-Rm Tesla 3 come previsto dalla convenzione sottoscritta tra Comune, Provincia, Fondazione Roma, Università e altre istituzioni. Come è noto il Consiglio comunale di Latina ha deliberato la rimodulazione del progetto prevedendo l’istallazione di altra apparecchiatura, la Rm Prisma 3 e recentemente il sindaco è tornato alla carica sottoponendo alla Provincia il piano B, che per altro prevede la collocazione del macchinario in una diversa sede. Scontata la reazione della Provincia della richiesta della restituzione degli 800mila euro, per evitare che l’ente di via Costa possa incorrere in ipotesi di danno erariale.

“Codici – afferma Antonio Bottoni, referente della sezione di Latina dell’associazione Centro per i diritti del cittadino -, anche in occasione di un recente incontro, ha tenuto a specificare al sindaco di Latina, forse non troppo consapevole della delicatezza del tema, in quali ipotesi sia il Comune di Latina che la Provincia di Latina e, a livello personale, tutti i soggetti interessati, potrebbero incorrere nella denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale. Codici tiene a ribadire che sarà estremamente vigile affinché, qualora la temuta ipotesi di danno erariale dovesse concretizzarsi, i danni economici non siano posti a carico dell’incolpevole cittadinanza”.

“Appare davvero inspiegabile la posizione ostile nei confronti dell’apparecchiatura ibrida Pet-RM Tesla 3 assunta dal dottor Coletta dopo la sua elezione – continua Bottoni -. Infatti, il sindaco del capoluogo di provincia, pur essendo medico e con tutto il rispetto che gli è dovuto, per quanto questa Associazione ne sa, non ha certamente le competenze tecniche per optare verso un apparecchio totalmente differente non solo per funzioni, ma anche per opportunità di sviluppo del territorio pontino. Ciò, anche perché non ci sembra di aver letto relazioni scientifiche, redatte da specialisti indipendenti ed esperti in entrambe le diverse tipologie di apparecchiature, che possano far propendere in maniera giustificata per la seconda scelta. Codici, in ogni caso, come ha ampiamente ribadito direttamente al sindaco farà di tutto perché i danni di eventuali scelte non conformi alle norme, non ricadano sulle tasche degli incolpevoli cittadini, bensì sui diretti responsabili tecnici, amministrativi e politici”.

Anche Forza Italia solleva dubbi sulla rimodulazione del progetto: “L’atto unilaterale del sindaco Damiano Coletta di procedere verso la richiesta di rimodulazione del progetto del Centro di Alta Diagnostica non ci piace affatto per tutte le conseguenze che può comportare. Conseguenze che il sindaco di Latina sembra non abbia per nulla valutato”, affermano i gruppi consiliari azzurri di Comune e Provincia di Latina.

“Come partito – spiegano i due gruppi consiliari – , avevamo chiesto di essere coinvolti, cosa che non è accaduta. Ancora più grave è stato l’incontro tra sindaco di Latina, Asl di Latina e Fondazione Roma, senza che sia stata inclusa la Provincia di Latina. È un gesto di sgarbo istituzionale, il mancato coinvolgimento di un ente che per l’Alta Diagnostica ha speso 800 mila euro. Nel ruolo di sindaco di Latina e presidente della conferenza dei sindaci in tema di sanità, Damiano Coletta doveva essere un garante di tutta la comunità e non solo della maggioranza del Consiglio Comunale di Latina. È evidente che Damiano Coletta è più bravo a dividere che ad unire. La rimodulazione del progetto del Centro di Alta Diagnostica così come presentata dal Comune di Latina nella lettera protocollata in Provincia, è uno smembramento del progetto originario, la cui prima conseguenza è evidente: la Provincia di Latina ha già chiesto al Comune la restituzione degli 800 mila euro spesi, e il presidente Giovanni Bernasconi non ha avuto alternative, perché altrimenti si rischia il danno erariale”.

Forza Italia ne fa anche un caso politico: “Comunque vada, uno dei due enti tra Comune e Provincia di Latina, rischia di rimetterci, e questo per l’insensibilità di un sindaco che ora è anche candidato come presidente della Provincia, e che si è guardato bene dal citare il Centro di Alta Diagnostica tra i punti del suo programma elettorale, su cui sta chiedendo il consenso dei partiti oltre che dei civici. Una dimenticanza sospetta, per uno che ha fatto della trasparenza il suo vessillo. Noi siamo seriamente preoccupati per l’evoluzione di questa vicenda, per le metodologie che sono state adottate dal sindaco Coletta, per il rischio che intervenga la Corte dei Conti, e quello che temiamo maggiormente è che l’Alta Diagnostica non si farà più. Se è questo l’obiettivo, vorremmo delle spiegazioni, vorremmo che il sindaco Coletta abbia il coraggio di riunire tutti i soggetti interessati e fare chiarezza. Al momento non è stato capace di farlo, e questo è indice della sua inadeguatezza istituzionale e della sua immaturità politica, come sindaco di Latina, e temiamo anche come presidente della Provincia”.