Latina, Renzi scalda la platea: “Non lasciamo in mano il Paese a chi sa solo odiare”

Il popolo del Pd ha aspettato l’arrivo del proprio segretario con emozione e curiosità. Erano talmente tanti che ci sono stati problemi a farli entrare tutti nel cinema-teatro dell’oratorio San Marco. E’ servito l’intervento del questore perché un nutrito gruppo non rimanesse in strada. In città è tutto inagibile, si lascia sfuggire un organizzatore e siamo stati costretti a ripiegare su questo luogo. Le discussioni però finiscono quando dal back stage arriva direttamente sul palco il presidente del partito, che scusandosi di aver rovinato il carnevale ai presenti, attacca subito con la questione spinosa: quella economica. Chiede, infatti: le tasse le abbiamo ridotte, si o no? C’è incertezza nelle risposte ed ecco subito la battuta… occorre fare un referendum, ma la parola è ostica, più opportuno non cimentarsi, precisa . Meglio un sondaggio. Quanti di voi pensano che abbiamo abbassato le tasse? E viceversa? Quanti di voi non pagano più l’Imu? Se non alzate le mani allora avete un castello. Chi prende gli 80 euro? Io, grida una donna in sala. “Signora, se lo dice forte non è che gliene diamo 160!” E’ fatta. La sala si è scaldata e interagisce. Lo segue con attenzione. Anzi con empatia. Abbiamo ridotto il costo del lavoro, continua. Ci sono agricoltori in sala? Si, bravo, risponde un uomo. E Renzi rassicura…. guardate che non siamo parenti. Come non sono parente all’industriale dei sacchetti di plastica. Chi paga il canone? E insomma qualcosa è cambiato allora! “E’ forte, è forte, dice una persona ad alta voce. Noi, continua Renzi, abbiamo portato a casa dei risultati mentre quelli della controparte ci insultavano. La situazione non è facile, ammette e prima che lo dite voi, lo dico io cosa non va. Esiste un problema “sicurezza”. Stiamo vivendo una stagione strana, certo. Eravamo abituati a lasciare tutti le chiavi alla porta, e ora invece c’è qualcosa che non va. E la destra sta facendo campagna elettorale basandola sulla paura”. Parla quindi di Pamela, dei fatti di Macerata e di Milano: “Tutti devono pagare, sia italiani che nigeriani”, dice. E ci dovrebbe essere la certezza della pena. Comunque sia in un contesto simile, una Paese normale si unisce e invece alzano il tono, soprattutto contro il Pd. E’ ora di smetterla, e il messaggio deve partire alto e forte, anche da qui, da Latina. Ricorda gli eventi nazionali curati e gestiti con grande professionalità dalle forze dell’ordine: il semestre europeo, l’Expo, il Giubileo, il G7 a Taormina, avvenimenti tutti in cui l’Italia ha fatto davvero un figurone.

La gente lo ascolta in silenzio, mentre alle sue spalle spuntano le foto di Salvini che nel 2001 andò a chiedere i voti in moschea. E Berlusconi? E andato dalla D’Urso e facendogli il verso dice: “E’ vergognoso che ci sia il trattato di Dublino, che obbliga gli immigrati a rimanere in Italia. Quel trattato firmato da Renzi è una vergogna” Ma sapete chi ha firmato quel trattato? L’ha firmato Berlusconi nel 2003. Vi ricordate quando Berlusconi in una tv tunisina invitava i giovani del paese a venire in Italia? Venite, diceva. Da noi c’è lavoro, casa, scuola, ospedali e via discorrendo.

E’ un fiume in piena quando dice: Bisogna bloccare le partenze degli immigrati. Come? Investendo sulla cooperazione internazionale e lavorando per la democrazia in Africa. Ma chi sta qui deve rispettare le regole. La gente vuole essere rassicurata. “Noi abbiamo salvato vite umane, e lo dico forte anche se so di perdere tre punti”. Insomma, se non volete i seminatori di odio occorre darsi da fare. ” Noi ci siamo Renzi”, urlano in fondo alla sala. “Si, ma non basta, perchè ci dobbiamo fare davvero il “mazzo”.

E’ una campagna elettorale stravagante e piena di odio, ribadisce in continuazione.. Il Pd deve essere una cosa diversa da questo odio giornaliero. Odio alimentato prevalentemente dai social: “c’è chi spinge il mondo in avanti e chi spinge i tasti”. Ma noi non vogliamo vivere nella paura. Non lasciamo in mano il Paese a chi sa solo odiare, conclude alzando il tono della voce, mentre partono gli applausi del popolo rinfrancato e le note di “Un Mondo migliore”…. Sai, essere libero, costa soltanto, qualche rimpianto. Sì, tutto è possibile, perfino credere che possa esistere….Un mondo migliore …Un mondo migliore ….Un mondo migliore, canta Vasco.

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Giornalista, scrittrice e blogger. Anni di giornalismo alle spalle, prima in città nei due quotidiani più importanti e poi a Roma per 20 anni e più, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Fino a dirigere negli ultimi anni, Researchitaly, il portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica che l'ha portata a vincere anche importanti premi di giornalismo. Ora il suo occhio da cronista oltre che continuare a dirigersi verso cronache nazionali, per affezione torna a curarsi anche della città in cui vive. Si occupa di Pari opportunità praticamente da sempre. Ha scritto libri e realizzato interviste a donne importanti, come Rita Levi Montalcini ( a cui ha fatto la sua ultima intervista-testamento prima di morire), Margherita Hack e tante altre, scienziate e non.