Latina Scalo, l’eccellenza della Bsp non dimentichi i lavoratori ex Scm/Gambro. L’appello della Cisl

L’acquisizione da parte di Bsp Pharmaceuticals dello stabilimento ex Scm/Gambro di Latina Scalo è ormai una realtà. La Bsp, eccellenza della manifattura chimica farmaceutica, in dieci anni ha raggiunto un organico di circa 500 addetti ed è proiettata per gli anni 2021/2023 ad arrivare a 900 unità. La Cisl si augura che in questo percorso si dia risposta a tutte quelle maestranze in attesa di ricollocamento.

La ripresa dell’ex Scm-Gambro è avvenuta nel periodo della grande crisi economica mondiale. Una recessione lunga e complessa, che non ha risparmiato nessuno ed i sui effetti negativi hanno toccato tutti i settori produttivi creando un bacino ampio di disoccupati toccando percentuali del 10,7% su base Istat e che solo ad oggi si intravede una debole ripresa economica. “Dunque, le prospettive della Bsp rappresentano un segnale importante per lo sviluppo di questa azienda e soprattutto per il territorio Pontino – dichiara il segretario generale della Cisl di Latina Roberto Cecere -. Parliamo di un investimento di circa 140.000.000 di euro che sono stati stanziati per la riqualificazione del sito produttivo. In questo scenario non dobbiamo dimenticare i lavoratori licenziati dallo stabilimento Scm/Gambro nel 2014:  furono proprio loro, con un’occupazione durata 17 mesi, giorno e notte, a preservare l’azienda e i macchinari, credendo fortemente che un imprenditore serio potesse riaprirla”.

Ora tutti gli attori designati, Ministero dello Sviluppo Economico, Regione, Comune – sollecita Cecere – devono fare la loro parte per non lasciare nell’oblio quei lavoratori che ad oggi ancora non hanno trovato una ricollocazione, per continuare l’ambizioso progetto legato alla creazione di un parco tecnologico destinato alla ricerca-sviluppo e produzione delle terapie innovative per la cura del cancro e per dare anche una reale risposta occupazionale.

Questo percorso di sviluppo si deve affiancare ad un impegno sociale. “Ci auguriamo – conclude Cecere – che all’interno di questo progetto di riqualificazione e produzione, tutte le maestranze che ad oggi attendono una risposta di ricollocamento vengano incluse, creando un bacino di disoccupati per crisi di area complessa.  Per portare avanti questo intento ci sembra importante creare un percorso che dia finalmente un’opportunità a queste persone, visto che parte dell’investimento sarà formato da risorse pubbliche”.