Latina, gli studenti del Manzoni a confronto con lo scrittore Roberto Olla

La shoah e i massacri del Ventunesimo secolo saranno al centro dell’incontro in programma sabato 4 febbraio, alle 11, presso il liceo Manzoni di Latina, tra gli studenti e il giornalista e scrittore Roberto Olla (già caporedattore responsabile della rubrica Tg1Storia e della rubrica Tg1Dialogo, oggi nella redazione Mediaset).

Dall’informazione alla coscienza

Passato e presente che si intersecano, così come gli eventi e la riflessione, avendo come orizzonte non solo la conoscenza della Storia, quanto piuttosto quello di pensarla attraverso i suoi protagonisti, perché, come affermava Elie Wiesel, l’informazione si trasformi in conoscenza e la conoscenza in coscienza.

La preparazione a scuola

Gli studenti e i docenti si sono preparati all’incontro analizzando fonti diverse, dal film Hanna Arendt di Margareta Von Trotta, allo spettacolo Il popolo in valigia, che racconta gli esodi passati e quelli presenti, alla lettura di testi di documentazione e riflessione, fino ad arrivare alla guerra in Siria. Hanno letto il romanzo di Roberto Olla, La ragazza che sognava il cioccolato, in cui l’autore racconta la storia di Ida Marcheria, deportata ad Auschwitz quando aveva quattordici anni, con sua sorella Stellina, la sua famiglia e con tutti gli Ebrei di Trieste. Sopravvissuta al lager, ormai senza genitori e senza parenti, con la sorellina Stellina, si trasferirà a Roma dove gestirà un laboratorio di cioccolato che diverrà punto di ritrovo per i sopravvissuti, tra i quali ricordiamo Shlomo Venezia e Piero Terracina.

Documentare la memoria

Il mestiere di Olla è quello di documentare la memoria, di trasformare la Storia in storie, come sosteneva Baumann, il sociologo recentemente scomparso, il quale, riflettendo proprio sul significato della memoria, affermava: “I morti non hanno nessun potere di guidare – tantomeno di monitorare e correggere – la condotta dei vivi. Allo stato grezzo, le loro vite non hanno quasi nulla da insegnare: per diventare lezioni, devono prima essere trasformate in storie”.