Latina, una città spettrale e dal megafono il monito di restare a casa

E’ trascorsa la prima domenica (sesto giorno con spostamenti limitati in tutta Italia), in isolamento. Dai balconi della città di Latina non si vedono quasi più auto girare, per strada nessuno. I pochi che scendono a fare la spesa al supermercato sotto casa hanno la mascherina e, se non possono, una sciarpa ben stretta intorno al collo. Chi va a buttare l’immondizia si guarda intorno annichilito, per un momento, dal silenzio. Gli alberi sono in fiore, come se la primavera non abbia colto il dolore degli uomini che combattono questo nemico invisibile che è il Covid-19.

Anzi, la natura sembra essersi impossessata della città. Il sole splende, gli uccelli si riprendono spazi prima negati, l’atmosfera è spettrale. Una donna scende a portare a spasso il cane, ma è scortese, ha probabilmente paura di essere rimproverata o multata.

A rompere il silenzio innaturale per i quartieri del centro il megafono dell’auto della protezione civile che invita i residenti a restare a casa e ad uscire soltanto in casi strettamente necessari. Per gli anziani che sono soli e non hanno internet e difficilmente riescono ad informarsi. in questo modo si riesce a raggiungere davvero tutti, anche s i casi di chi ancora non conosce la situazione sono ormai davvero pochi.

Riporta alla mente film non allegri e forse ai più anziani periodi di guerra, ma è la lotta al Coronavirus, che si fa in tutti i mdi possibili. Secondo alcune analisi il picco potrebbe arrivare verso il 18-20 marzo e poi la curva dei contagi potrebbe iniziare a scendere. Sempre che i comportamenti di tutti siano responsabili. In tanti hanno capito, fanno file ordinate nei supermercati. Escono soltanto in caso di effettiva necessità e non cercano modi per eludere le disposizioni evitando le multe.