Latina, una cittadella universitaria attorno al Tribunale. L’idea di rigenerazione urbana targata Ater

Gli architetti dell'Ater di Latina Emanuela Nardozi e Laura Savelli

L’Ater di Latina non si è fatta trovare impreparata all’appello lanciato dall’assessore regionale all’Urbanistica Massimiliano Valeriani in occasione del convegno, organizzato dal Pd di Latina lo scorso primo aprile, sulla rigenerazione urbana. Un’opportunità normativa che nel capoluogo pontino, vista la mancata definizione degli ambiti di intervento da parte del Comune, è stata finora ignorata e che in provincia stenta a decollare; appena due le municipalità su 33 che si sono attivate.

Valeriani, dal tavolo dei relatori, si è appellato a tutte le Ater del Lazio affinché promuovessero progetti di recupero dei propri immobili attraverso le finalità “allargate” della legge sulla rigenerazione urbana. Un invito a seguire l’esempio romano di Corviale che va ben oltre la ristrutturazione del “serpentone”. Un invito a nozze per Dario Roncon, commissario straordinario dell’Ater di Latina, che ha avuto così occasione di presentare il masterplan, redatto dagli architetti Ater Laura Savelli ed Emanuela Nardozi grazie ad una convenzione con l’università La Sapienza. Una tesi di master in “Architettura bioecologica e tecnologie sostenibili per l’ambiente” che ridisegna il quartiere del Tribunale di Latina in una nuova ottica funzionale. Lo studio e il masterplan, all’interno del quale sono stati sviluppati due lotti – uno a cura di Savelli e Nardozi, e l’altro a cura di Valentina Isone, stagista Ater all’epoca del lavoro – sono stati coordinati dalla professoressa Alessandra Battisti della facoltà di Architettura dell’ateneo romano.

Da premettere che lo studio è stato effettuato in epoca antecedente alla legge sulla regionale sulla rigenerazione urbana entrata in vigore nel 2017 ma che ne ha colto in pieno tutti gli aspetti rendendo il masterplan precursore della novità normativa introdotta nel Lazio.

L’idea di fondo è quella di connettere il quartiere del Tribunale, tra viale Petrarca e il canale delle Acque Medie, al centro storico di Latina rendendolo più funzionale all’università. L’ambito di analisi comprende la zona verde che circonda il canale, nel tratto tra il Pantanaccio, ora Porta Nord, e la zona a sud del Tribunale. Prima di addentrarci nell’idea di un quartiere universitario nel centro di Latina, mantenendo così nella location individuata la connotazione originaria di temporaneità e di accoglienza fornita dalla presenza del Campo Profughi, proponiamo la seguente immagine che circoscrive visivamente l’ambito di intervento.

 

Cosa c’è oggi 

Il quartiere del Tribunale oltre alla presenza del palazzo di giustizia è caratterizzato da un’edilizia residenziale pubblica realizzata tra gli anni ’50 e ’80. “Il lotto di Erp su via Virgilio – spiega l’architetto Savelli, che abbiamo incontrato nella sede dell’Ater per approfondire l’argomento -, realizzato negli anni ’80, ha sostituito l’edilizia povera del Villaggio Trieste. Il lotto adiacente con i suoi edifici a C del Campo Profughi, ora in parte sede universitaria, si è caratterizzato come luogo marginale, sebbene vicinissimo al centro di fondazione. La presenza di capannoni artigianali, ormai quasi tutti dismessi, hanno accentuato lo stato di degrado. Il Pantanaccio, al di là del canale, ha visto uno sviluppo casuale, con molta edilizia abusiva, a cui si sta tentando di intervenire negli ultimi anni con piani di recupero. Il canale non è stato mai valorizzato e percepito come una servitù”.

Savelli spiega che, nonostante le note di disordine e di degrado, l’area presa ad esame nel contempo è stata preservata da interventi di edilizia spinta proprio perché schiacciata tra il centro storico e il canale, favorendo una propria identità fatta di piazze, viali, assi verdi, servizi commerciali e poli culturali alla base della nuova idea di quartiere.

La nuova visione 

“Il masterplan progettuale – afferma Savelli – si pone l’obiettivo di trasformare il quartiere in un ambito urbano articolato da numerosi percorsi ed assi pensati per riconnettere sia il quartiere stesso che il centro con Porta Nord. Gli elementi portanti sono: la progettazione del tessuto connettivo, viali, piste pedonali e ciclabili, il sistema dei parcheggi, la ridefinizione delle piazze esistenti, la creazione di grandi piazze verdi come quella dell’università sul modello del campus; la realizzazione di un parco urbano intorno al canale (il tratto corrispondente a via Ezio), la riqualificazione, anche energetica, degli edifici pubblici”.

Per farla breve il masterplan dell’Ater vede il trasloco degli uffici giudiziari per la realizzazione di una cittadella universitaria – si prospetta per il futuro il rettorato al posto del Tribunale e un polo culturale e ricreativo al posto della Procura – all’interno della quale abbattere i muri, creare percorsi pedonali per favorire la connessione con il centro, trasformare in un parco fruibile l’area verde attorno al canale, pensando anche alla sua valorizzazione attraverso attività sportive e di mini-navigazione. Tra gli obiettivi la riconversione dei vecchi capannoni artigianali per servizi e piccole attività commerciali a portata di studente. E a portata di studente si colloca anche la prospettata riconversione dell’edilizia residenziale pubblica (prevedendo un effetto stimolante alla ristrutturazione degli edifici privati). L’idea è quella di fare di Latina una città universitaria, potenzialità finora rimasta inespressa.

La ristrutturazione degli alloggi popolari

Isone sviluppa all’interno del masterplan un lotto di via Terenzio, mentre Savelli e Nardozzi trattano nel dettaglio un immobile circoscritto tra viale Virgilio e via Giustiniano. L’edificio riconoscibile dalle immagini seguenti subirebbe in primis un efficientamento energetico passando dalla classe G a A+ e vedrebbe al suo interno una ridistribuzione degli spazi in base alle esigenze degli occupanti. L’obiettivo è quello di creare alloggi per gli studenti, con ingresso su un lato dell’edificio. Previsto il recupero delle acque piovane per uso fontane, la piantumazione di alberi e il risparmio energetico anche attraverso muri di Trombe per il contenimento di ascensori esterni. Il progetto di ristrutturazione è stato effettuato attraverso analisi bioclimatiche.