Latina, “Un’orchestra a teatro” celebra gli ottant’anni della morte di Ottorino Respighi

Gli ottant’anni della morte di Ottorino Respighi, avvenuta nel 1936, sono celebrati da quattro giovani compositori al Teatro Moderno di Latina venerdì 11 novembre con il concerto conclusivo, alle ore 21, della rassegna “Un’orchestra a teatro”, organizzata dal Conservatorio di musica “O. Respighi” e dal Campus Internazionale di musica di Latina,

Si tratta di un programma particolare e appositamente ideato, organizzato in collaborazione con la storica associazione romana  “Nuova consonanza”,  dedicato appunto all’ottantesimo anniversario della scomparsa di Ottorino Respighi (1879-1936). Di quest’ultimo verranno eseguite le Suite n° 1 e 3 delle Antiche danze e arie per liuto, insieme a quattro composizioni di giovani musicisti nati esattamente 100 anni dopo la nascita di Respighi stesso, ossia nel 1979. Si tratta di Nachtmusik di Federico Gardella, Verso la luce di Gianluca Cascioli (in prima esecuzione assoluta), Zaira tra le misure del suo spazio di Virginia Guastella e Inside di Riccardo Panfili.

Benedetto Montebello dirigerà l’Orchestra Sinfonica del conservatorio Ottorino Respighi di Latina. Ad affiancarlo, la voce del tenore Romolo Tisano, Paolo Di Cioccio oboe solista in lontananza e Francesco Belli al clarinetto.

 Ecco come i quattro compositori spiegano le loro musiche.

In “Verso la luce”, brano eseguito in prima assoluta, Gianluca Cascioli sperimenta il paradosso del “dinamismo statico”, così spiegato dallo stesso compositore: «I legni iniziano con figure mosse e ripetitive e procedono gradualmente rallentando nell’arco dell’intero brano. Gli archi, al contrario, iniziano con accordi molto lenti e gradualmente accelerano. Dal punto di vista percettivo, si avverte quindi una sensazione di sviluppo che però si rivela solo illusoria, poiché si ritorna alla fine a una situazione piuttosto simile all’inizio. Gli ottoni completano l’armonia utilizzando intonazioni non temperate. Infatti il brano è interamente scritto in intonazione naturale e fa uso del sistema armonico “Concinnitas” inventato da Alberto Colla, al quale il brano è dedicato».

Il confronto con il passato è al centro di “Zaira”, lavoro di Virginia Guastella nato nel 2015 su commissione dei Pomeriggi Musicali di Milano: «Zaira è una de Le città invisibili di Italo Calvino – spiega l’autrice -. Nel mio brano “gli avvenimenti del passato”, come scrive Italo Calvino, diventano ricordi di un melodismo passato che, in frammenti, si dipana nello spazio orchestrale, a tratti cameristico e parossistico. La mia città invisibile, ma sonora, contiene il passato e lo filtra come fa la memoria con i ricordi: ne muta i contorni, i tratti e li trasferisce in una dimensione altra».

«In “Nachtmusik” – racconta Federico Gardella -, scritto in occasione del 250° anniversario della nascita di Mozart, diventa centrale la dimensione del teatro, la messa in scena di una dialettica tra gli eventi sonori, in cui la memoria di chi ascolta ricostruisca un percorso, una drammaturgia ogni volta differente. La memoria rilegge un evento comprimendolo nel tempo e inevitabilmente modificandolo; questo accade nella musica di Mozart e questo accade anche in Nachtmusik in cui la riproposizione dei gesti musicali avviene sempre attraverso una lettura in anamorfosi, che trasforma la nostra percezione sonora. Il testo utilizzato è tratto da Il barone rampante di Italo Calvino. Nachtmusik rappresenta il mondo della notte, con i suoi suoni da immaginare, che circonda il protagonista del testo di Calvino, ma è anche una riflessione sulle figure musicali che Mozart eredita dalla tradizione e che reinventa, consegnandole alla storia».

Infine, “Inside”: «Dentro, all’interno – precisa Riccardo Panfili -. Scomposto in “in-side” – con un po’ di fantasia e quel tanto di etimologia maccheronica che non guasta mai – possiamo pensarlo come “nel lato”, o meglio “sul lato”. Forzando ancora: “nel margine”. Mi ha sempre affascinato la dialettica tra margine e adattamento, tra centro e periferia. Da una parte le monolitiche narrazioni della Storia – muri senza crepe, levigati come idoli posticci; dall’altra i disadorni deserti abitati dai proscritti, quelli che la Storia ha estromesso. In bilico sul crinale scosceso del Margine, dove anche la mobilitazione totale del lavoro risuona come una ridicola litania».

Il concerto verrà replicato il giorno successivo, sabato 12 novembre, a Roma al Teatro Palladium ad inaugurare il Festival di Nuova Consonanza.