Le Acli sul referendum: votare è segno di democrazia e attenzione al territorio

Le Acli provinciali di Latina esprimono il proprio pensiero in merito alla consultazione referendaria del prossimo 17 aprile, condiviso con la presidenza e l’intero consiglio provinciale, chiedendo ai cittadini e agli iscritti di andare a votare, di esprimere la propria idea, come segno di democrazia e di attenzione alla tutela del territorio.

“Latina e la provincia pontina vivono una storia significativa nella relazione tra ambiente e sistemi di produzione energetica: la centrale nucleare di Borgo Sabotino, quella vicina del Garigliano e la raffineria di Gaeta – scrivono le Acli provinciali – sono tre siti storicamente oggetto di riflessioni ed analisi rispetto al dibattito sulla tutela della salute, della organizzazione urbanistica e dello sviluppo del lavoro del nostro territorio. Auspichiamo che nessuno rimanga estraneo al quesito del referendum e che tutti decidano di esprimersi proprio per dimostrare che abbiamo una coscienza politica, dato che veniamo da un rapporto sofferto con questi tre siti”.

Il voto come riscatto politico

“Proprio noi cittadini pontini dobbiamo riconoscere in questo referendum un riscatto politico per dire la nostra su un argomento che ci ha visti spesso subire senza poter autodeterminarci. La partecipazione al voto, l’alta affluenza, è proprio un esempio per affermare la volontà di autodeterminare le scelte del nostro Territorio; senza consultarci non si possono attuare scelte”.

L’appello alla politica

“Le Acli Provinciali di Latina fanno un appello a tutti coloro che si candidano per le successive elezioni amministrative di palesare la propria opinione e di promuovere un’onda di partecipazione al voto”.

La centralità del tema ambientale

“L’alta affluenza al voto sarebbe anche un esempio per il resto d’Italia, affermando la provincia di Latina come una Comunità e che si fa sentire sul tema ambientale, quello stello tema che l’ha pregiudicata in questi ultimi decenni. La questione ambientale è centrale nel percorso di lavoro delle Acli Provinciali di Latina che si basa sul binario comunità-identità-creatività: le parole chiavi del congresso provinciale svolto lo scorso 20 febbraio.

Il rischio inquinamento e l’allerta petcoke

“Non è stato concesso l’Election Day, e così non solo sono stati sprecati centinaia di milioni di euro, ma è stato anche messo a rischio il raggiungimento del quorum, fissando una data anticipata che comprime i tempi di confronto e informazione – sottolinea il presidente provinciale delle Acli Maurizio Scarsella, storicamente impegnato sulla questione ambientale – il petrolio è una risorsa estremamente limitata e altamente inquinante e nessuno può garantire la assoluta sicurezza di una piattaforma e uno sversamento in un mare chiuso come il Mediterraneo avrebbe effetti devastanti per l’ambiente, la fauna marina, il turismo, la pesca sostenibile. Poniamo con fermezza anche l’allerta petcoke, che viene scaricato e trasferito nel Golfo di Gaeta; cioè le polveri sottili del petrolio, altamente tossiche. Voterò sì”.

Ambiente, famiglia e lavoro

“La visione di Acli Terra è sempre stata quella di concepire il mondo rurale basato su due elementi: ambiente e famiglia, quest’ultima vista come nucleo storico della continuità dell’operosità rurale – afferma il presidente Nicola Tavoletta – Le trivellazioni senza un limite temporale entro le 12 miglia minano proprio la tutela dell’ambiente e le aspirazioni di benessere delle famiglie. Il benessere economico non si può calcolare nell’esercizio di bruciare benzina nel traffico, parametro compreso nel Pil, ma in quello di soddisfare le esigenze spirituali e materiali nel rispetto del Creato e della salute dello stesso. Oggi non possiamo chiedere ai giovani di creare lavoro nel turismo, promuovendo attività di ospitalità non alberghiera o pesca turismo, per poi deturpare le nostre coste – prosegue Tavoletta – Votare sì non farebbe perdere un posto di lavoro al settore petrolifero perché, comunque, le strutture operanti rimarrebbero fino al 2026. Latina e la sua provincia hanno nell’ambiente costiero e nel suo arcipelago il potenziale inespresso di uno sviluppo economico incompiuto, perché pregiudicarlo, incidendo in maniera invasiva nel Mediterraneo”?