L’islamizzazione europea in un insolito Natale a Bruxelles

Il Natale a Bruxelles è arrivato con un “insolito” presepe in Grand Place: il bambinello è già nato e sta in braccio alla Madonna, ma non è questo a renderlo inconsueto e neanche la presenza dei Re Magi ad inizio dicembre.

“Non mi sarei mai aspettato di trovare la rappresentazione della Natività qui – commenta l’eurodeputato Nicola Procaccini –. Nella sede del Parlamento Europeo non è possibile mettere neanche un’immagine di San Benedetto, patrono d’Europa, o di altro simbolo religioso”. Qualcuno sottolinea che “anche” Papa Francesco ha detto di fare il presepe ovunque…

Siamo stati invitati nella capitale del Belgio dall’europarlamentare pontino di Fratelli d’Italia per la presentazione di un dossier sull’islamizzazione europea, realizzato dalla fondazione Farefuturo di cui è presidente il senatore Adolfo Urso e dal gruppo Conservatori e riformisti europei. L’evento era previsto per mercoledì, 4 dicembre 2019, nella sede del Parlamento Europeo, ma in Grand Place la sera prima ci siamo ritrovati un po’ tutti. Gli ospiti e i relatori.

La piazza emanava calore; per arrivarci abbiamo percorso vicoli e attraversato il mercatino di Natale e ci siamo lasciati sedurre da un bicchiere di vino caldo. Dalle vetrine dei negozi abbiamo apprezzato gioielli di cioccolato. Altro che Tiffany! Il cuore di Bruxelles pullulava di turisti e si colorava di luci soffuse in grado di cambiare di continuo il volto degli edifici storici. E che strano: eravamo lì per l’islamizzazione europea ma avevamo incontrato un solo negozio di kebab. Forse perché non era quello il quartiere di Bruxelles caratterizzato da un’alta concentrazione di nordafricani, subsahariani, mediorientali, o forse perché chi ha radici islamiche si è così bene integrato da preferire la carbonade alla fiamminga o le costolette belghe alla tipica carne arrostita turca. Il nostro viaggio sarà troppo breve per approfondire.

Martedì sera, all’appuntamento con Procaccini, ci eravamo già accomodati in un locale quando è arrivata Souad Sbai, ex parlamentare italiana, giornalista, scrittrice, presidente dell’associazione Donne Marocchine in Italia. Un volto e un nome noto. Non ci è voluto molto per capire, visti i temi dei suoi saggi, la ragione della sua presenza.

Ha radici musulmane, ma la radicalizzazione islamica in Europa la preoccupa più di quanto preoccupi Fratelli d’Italia che con il suo rapporto sul fenomeno, tradotto anche in lingua inglese e in arabo, ha creato un po’ di tensione all’interno del Parlamento Europeo: “Hanno tentato di impedirci la presentazione”, dirà Procaccini (leggi qui).

Il giorno seguente, alla conferenza in Parlamento, la testimonianza nuda e cruda di Sbai: “Il nemico sono i Fratelli Musulmani, che nulla hanno a che vedere con i nostri fratelli di fede musulmana – ha esordito -. Sono potenti, sono un partito politico. E nel ventre molle dell’Europa che rinuncia alle sue radici fanno proselitismo. Lo fanno in Italia e in tutt’Europa, mentre in molte realtà magrebine sono messi al bando perché sono un nemico dell’Islam dialogante. In Europa stanno portando avanti la loro missione di radicalizzazione; il proselitismo avviene soprattutto in carcere”. Sbai ha denunciato che “ci sono donne musulmane che non possono neanche uscire di casa e sempre più bambine non vanno a scuola”. Per Sbai è il “segno evidente che i Fratelli Musulmani stanno analfabetizzando le donne per estendere la radicalizzazione”.

A Bruxelles il Natale è già arrivato sotto ogni forma e la natalità ritorna sotto le sfumature umane. “La sopravvivenza di una civiltà è legata prima di ogni altra cosa al tasso di natalità – scrive Giorgia Meloni nella prefazione al rapporto sulla islamizzazione europea – e al sistema di valori che grazie a questa riesce a trasmettere. Una donna musulmana qui in Europa ha un tasso di fertilità superiore, il doppio, di una donna non musulmana. Se i flussi migratori dei musulmani nel Vecchio Continente dovessero proseguire al ritmo di come li abbiamo conosciuti negli ultimi anni, tra trent’anni gli islamici in Europa saranno più che raddoppiati”.

Il rapporto presentato in Italia l’11 settembre (non una data a caso) e l’altro ieri a Bruxelles parla di numeri e proiezioni con scenari diversi. “Tra trent’anni gli islamici in Europa saranno più che raddoppiati” è un dato che sembra spaventare gli intervenuti nell’aula dell’Europarlamento prescelto per l’evento del gruppo Conservatori e Riformisti.

Al Parlamento Europeo è vietato parlare di religione, perché la religione viene considerata un fatto neutrale. Ma per l’esponente pontino di Fratelli d’Italia non è così. “Le radici religiose condizionano il nostro modo di essere – ha affermato Procaccini -, di vestirci, di pensare, di comportarci, di mangiare…  Non è un problema di credo. È un problema politico”. Procaccini ha parlato di Erdogan, il presidente della Turchia, affermando che nel corso di una visita ai turchi emigrati in Germania li ha esortati non a fare tre figli, ma a farne almeno cinque. “’Perché voi siete il futuro dell’Europa. Questa sarà la migliore risposta all’ingiustizia che vi è stata fatta”, questa la frase di Erdogan citata dall’eurodeputato.

A Bruxelles è già Natale. Negli spazi immensi della sede del Parlamento europeo c’era anche un albero addobbato. Gesù Bambino non lo abbiamo incontrato. L’emiciclo era vuoto, l’orizzonte smarrito. All’ingresso la scritta “Altiero Spinelli” a ricordare che l’Europa comunitaria è nata per un bisogno di pace.

“Né discriminazione né sottomissione” è stato il messaggio lanciato dal senatore Urso il quale ha sottolineato che per “aiutare l’Islam dialogante è necessaria una reazione culturale di difesa delle radici cristiane”.

Un insolito Natale a Bruxelles, tra diverse radici.