Mafia ad Aprilia, si è aperto oggi il processo “Assedio”

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Il Tribunale di Latina

Si è aperto oggi presso il tribunale di Latina il processo “Assedio”, che vede imputate 25 persone, tra cui l’ex sindaco di Aprilia Lanfranco Principi, accusate di associazione mafiosa, usura, traffico di droga ed estorsione. L’udienza, inizialmente fissata per le 9, ha subito un ritardo di oltre due ore a causa delle eccezioni sollevate dalle difese, che hanno contestato la mancata notifica ai legali degli imputati detenuti del decreto con le modalità di partecipazione alle udienze, come previsto dalla riforma Cartabia.

Gli imputati collegati da diverse carceri italiane — da Frosinone a Nuoro, da Siracusa a Lanciano — avrebbero dovuto ricevere contestualmente al decreto di giudizio anche le indicazioni sulle modalità di partecipazione, ma ciò non è avvenuto. Il collegio giudicante, presieduto dalla giudice Elena Nadile e affiancato dai giudici Enrica Villani e Paolo Romano, ha accolto la richiesta di rinvio per un imputato, Salami Nabil, per difetto di notifica, fissando la prossima udienza al 15 luglio. Le altre eccezioni sono state invece rigettate.

Tra gli assenti spicca l’ex sindaco Lanfranco Principi, difeso dagli avvocati Andrea Barbesin ed Emilio Siviero, che ha deciso di non presentarsi in aula. Anche altri imputati, come l’imprenditore Marco Antolini, detenuto a Torino, hanno optato per la non comparizione. Presente invece in aula Riccardo Venditti, anch’egli ai domiciliari, che ha partecipato alla prima parte dell’udienza.

Il processo nasce dall’operazione “Assedio”, avviata nel luglio 2024 grazie alla collaborazione tra la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e il Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina, che ha portato allo scioglimento per mafia del Comune di Aprilia. Il Comune stesso, ora commissariato, insieme alle associazioni antimafia Libera, Reti di Giustizia e Caponnetto, ha presentato istanza di costituzione di parte civile per chiedere il risarcimento dei danni di immagine e morali subiti dalla comunità.

Le difese, compatte, hanno fin da subito puntato a escludere le associazioni antimafia come parti civili, tentando di smontare il fulcro dell’accusa che lega le mafie tradizionali alla criminalità locale. Secondo Irene Giusti, presidente di Reti di Giustizia, la loro presenza è fondamentale per difendere il territorio e contrastare le infiltrazioni mafiose che hanno compromesso la vita pubblica e sociale di Aprilia.

L’udienza di oggi si è conclusa con il rinvio a luglio, ma il processo “Assedio” rappresenta un momento cruciale per la giustizia e per la lotta contro la criminalità organizzata nel Lazio, chiamando a rispondere di gravi accuse politici, imprenditori e soggetti legati a gruppi mafiosi che avrebbero condizionato la vita amministrativa e sociale della città.