Midal, Barberini e Rosanna Izzi si scambiano accuse in aula

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Il Tribunale di Latina

Il processo Midal è entrato nel clou con l’esame dei due imputati principali, Paolo Barberini e Rosanna Izzi. Tanto che nel palazzo di piazza Bruno Buozzi è arrivato anche il professore Franco Coppi, che insieme a Renato Archidiacono difende proprio l’ex amministratore della società. In aula, oggi, 25 giugno, i due imputati, per bancarotta fraudolenta, si sono accusati a vicenda sulle contestazioni mosse dalla pubblica accusa.

Barberini aveva risposto alle domande del pubblico ministero Andrea D’Angeli già per circa due ore durante la scorsa udienza. Aveva spiegato di essere stato in qualche modo tradito, di non sapere cosa succedesse nella società e che lui ancora non avrebbe ricevuto il tfr.  Non sarebbe stato a conoscenza, quindi, delle azioni messe in campo dalla Izzi, di cui si fidava.

Oggi ha ribadito che lui poteva proporre, ma che a decidere sarebbe stata sempre la Izzi. Che tra il 2000 e il 2001 si era venuta a creare una situazione drammatica, si doveva risolvere un debito di 5miliardi di vecchie lire in pochi giorni e a quello avrebbero fatto fronte.

Verso l’una si è invece seduta davanti al collegio del tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gianluca Soana, Rosanna Izzi. Dimessa, senza trucco, con una semplice maglia nera ha spiegato il perché di quegli strani passaggi di denaro che per l’accusa significano la distrazione di somme fatte confluire su patrimoni anche della figlia. Si parla della compravendita di un immobile del valore di 300mila euro pagato un milione di euro. “Io non capivo più niente, ho saputo solo dopo aver più volte chiesto del debito di 5 miliardi di lire. Quando ho avvertito la pressione dei creditori”. “Sui miei conti quei soldi non sono mai passati. Facevo quello che mi consigliavano e tutti sapevano”.

Si torna in aula il 25 febbraio del 2020 per un processo che conta 60 parti civili. Gli ex dipendenti della catena di supermercati che con il fallimento avevano perso il lavoro.