Morte di Adriana Meloni, confermata in Appello la condanna dei 2 chirurghi del Goretti

Ospedale Santa Maria Goretti

La Corte d’Appello ha confermato le condanne per i due chirurghi che assistettero Adriana Meloni, 50enne di Latina, per un’ernia strozzata al Goretti. La donna morì il 13 maggio 2012 perché la malattia non fu trattata con urgenza. A ribadirlo sono ora anche i consulenti in questo processo di secondo grado: i due professori che componevano il collegio peritale plurispecialistico, che ha esaminato la posizione dal punto di vista multidisciplinare, hanno ribadito come “la paziente fosse, al momento dell’ingresso nel nosocomio di Latina in buone condizioni di salute complessive e che, se operata secondo buona prassi medica in tempi compatibili, si sarebbe certamente salvata”, aggiungendo come “l’errore omissivo sia stato estraneo ad ogni principio di buona pratica”.

La 50enne cadde in casa e si fratturò una vertebra. Dimessa dall’ospedale, però, non riusciva a rimettersi completamente fino a quando le fu diagnosticata l’ernia strozzata. Anche al Goretti furono d’accordo con la diagnosi, nonostante questo attesero 4 giorni per l’operazione.

Le difese degli imputati Giuseppe Pianese e Isabella Palmieri, gli avvocati Giovanna Pierro e Giannino Buttazzo, hanno chiesto la riforma della sentenza o, in subordine, l’esclusione della punibilità per il caso di colpa lieve e, in ogni caso, la concessione del beneficio della non menzione.

La Corte d’Appello all’esito di una lunga camera di consiglio finita alle 22 del 16 novembre scorso, ha confermato la sentenza integralmente e la responsabilità dei due sanitari.

I due chirurghi furono condannati a 8 mesi e ad una provvisionale di 20mila euro, in favore delle parti civili, il marito, Michele Gabriele, e il figlio Marco, assistiti entrambi dall’avvocato Luca De Paolis e i figli Angelo e Martina, assistiti dall’avvocato Marialuisa D’Introno.

“La cosa che più lascia interdetti – ha commentato la famiglia della vittima – è che in alcun modo la Asl competente ha inteso assumere provvedimenti, men che meno ritenendo opportuno risarcire le parti offese, restando al contrario totalmente silente rispetto alla tragica ed incommentabile vicenda che ha colpito la povera Adriana Meloni”.