Ninfa, l’Oasi e la Fondazione Caetani: c’è una guerra (di potere) in nome dell’ambiente

C’è una faida alle porte del paradiso. Una lotta di potere all’interno di quello che il New York Times, solo qualche settimana fa, aveva definito il giardino più bello del mondo: l’Oasi di Ninfa. Un giardino frequentato ogni anno da settantamila visitatori, pur essendo aperto al pubblico solo in determinati periodi, studiato in ogni angolo del mondo, universalmente riconosciuto tra le meraviglie del pianeta. Succede però, ed è la cronaca di questi giorni, che all’interno della Fondazione Caetani, quella che gestisce, oltre al meraviglioso parco, anche il castello di Sermoneta e un patrimonio del valore di decine di milioni di euro, vi siano manovre per escludere dal consiglio di amministrazione il suo simbolo vivente, Lauro Marchetti. Simbolo vivente perché, pur non essendo un erede diretto della famiglia Caetani, venne scelto da Donna Lelia (che non aveva figli, e che i giardini modellò a sua immagine) come rappresentante della famiglia all’interno della Fondazione, e soprattutto beneficiario vita natural durante di tutto quel paradiso.

UN APPELLO FINO A LONDRA A rivelare queste manovre è un ambientalista di lungo corso, Franco Tassi, presidente del Comitato Parchi d’Italia, che sulla situazione dei Giardini di Ninfa ha anche preparato un dettagliato dossier (in cui, evidenziando la sapienza della direzione tecnica denuncia poco occulte ingerenze politiche) ma che, soprattutto, preoccupato per l’andazzo che il consiglio della fondazione sta prendendo, ha deciso di prendere carta e penna per scrivere al nipote di Lelia Caetani, l’unico erede vivente. Una missiva già fatta recapitare a Londra, dove il discendente della nobile casata vive. “Quello che sta accadendo a Ninfa – scrive Tassi nella sua lettera – è veramente preoccupante. Persone senza scrupoli si sono lanciate all’assalto di quel paradiso per sfruttarla a propri inconfessabili fini di visibilità e carriera politica, vantaggi e affarucci personali di infimo livello. Il primo passo sarà quello di estromettere Lauro Marchetti e tutto ciò a cui lui è legato, per poi inserire personaggi di loro fiducia, millantando di salvare i giardini, mentre li avvieranno così al più triste e inarrestabile declino”.
Tassi, che invoca anche l’intervento delle più autorevoli associazioni ambientaliste internazionali, rivolgendosi al suo interlocutore d’Oltremanica, suggerisce il ricorso alla clausola di salvaguardia, e cioè la volontà testamentaria di Donna Lelia Caetani di cedere in locazione i propri beni, comprendenti il compendio immobiliare di Ninfa, alle persone di fiducia che lei stessa aveva designate allo scopo di assicurare la perfetta conservazione di quel paradiso, “seguendo le tradizioni del passato”. “Una tempestiva decisione in tal senso – conclude Tassi – potrebbe allontanare ogni concreto pericolo. Io sarei al suo fianco, per il profondo dovere morale che avverto nei confronti di Donna Lelia Caetani e di sir Hubert Howward”.