Nomine RAI, Procaccini: il caso Italia più grave di quello ungherese

Nicola Procaccini a Strasburgo

“I partiti della maggioranza arcobaleno, per la prima volta nella storia italiana, negano il diritto di rappresentanza all’opposizione nella governance del servizio pubblico televisivo. Si tratta di un’evidente violazione del pluralismo democratico e dei diritti dell’unica opposizione politica in Italia, persino più grave della nomina dei cinque membri del consiglio dei media da parte del governo Orban, per la quale è stata invocata la violazione dello stato di diritto in Ungheria. Per me che partecipo da coordinatore ECR alla Commissione LIBE, in cui si accusa quotidianamente il governo magiaro di comportamenti illiberali, la scelta della maggioranza Draghi appare ancora più stridente con il corretto rapporto che dovrebbe intercorrere tra maggioranza e minoranza in un settore delicato come quello dell’informazione pubblica. Lo stesso Parlamento UE, riferendosi al caso ungherese, ha chiesto alla Commissione di Bruxelles di definire requisiti minimi essenziali che tutti gli Stati membri sono tenuti a soddisfare per garantire un adeguato livello di pluralismo e l’indipendenza della governance dei media. Purtroppo dubito che qualche voce di protesta possa levarsi per quanto sta accadendo in Italia con il caso Rai, in cui si sta creando un deficit di rappresentanza e un pericoloso precedente”.
Lo afferma l’europarlamentare di Fratelli d’Italia-ECR, Nicola Procaccini, commentando la nomina dei membri del nuovo CDA della Rai, che ha visto l’esclusione del rappresentante di FDI, unico partito all’opposizione.