Operazione Dda, al Centro Rottami di Cisterna tutto entrava come “non rifiuto”: i nomi dei 27 arrestati

Il Centro Rottami di Cisterna

Ventisette arresti sono stati eseguiti questa mattina dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Roma, dai carabinieri forestali del Nipaaf di Latina e Roma e dalla guardia di finanza, in seguito ad un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia della Capitale su un traffico illecito di rifiuti.

Dagli accertamenti è emersa la gestione illegale dei materiali da parte della società “Centro Rottami srl” di Cisterna. Durante il blitz di questa mattina è finito in carcere, tra gli altri, proprio il legale rappresentante e amministratore unico Leopoldo Del Prete. E’ accusato di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”. Secondo gli investigatori avrebbe ricevuto e gestito illecitamente ingenti quantitativi proprio presso la struttura di Cisterna, in violazione della normativa ambientale. Sono stati sequestrati 17 milioni di euro.

Oltre a Del Prete (di cisterna), sono stati arrestati Vito Pro’ (residente a Latina), Samir Marzouki (residente a Sermoneta), Ekrem Ahmetovic di 40 anni (di Roma), Dzvad Seferovic (residente a Roma), Emilio Magrini (residente a Latina), Fabrizio Laurenzano (di Roma), Renato Montagnola (di Sezze), Samuele Magrini (di Roma), Davide Capraro (di Sezze), Giuseppe Marsala, Francesco Stella (residente a Norma), Massimo Lorello (di Aprilia), Giorgio Antonetti (residente a Cisterna).

Ai domiciliari sono finiti invece Gennaro Del Prete (accusato di riciclaggio), Antonino Rasizzi, Edin Sejdovic, Ekrem Ahmetovic, Claudio Stella, Anello Tuzzi, Davide Di Roma, Paolo Di Prospero, Michel Bonino, David Adzovic, Orlando Delorie’, Bruno Basso e Dorin Sandu.

I rifiuti speciali e urbani, pericolosi e non pericolosi, provenienti da privati, società o ditte individuali prive di iscrizione all’albo dei gestori ambientali, raccolti e trasportati in violazione della normativa sullo smaltimento dei rifiuti, venivano accettati presso il centro rottami in assenza della prescritta autorizzazione di legge.

Nello specifico, Del Prete, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe fatto apporre sulla documentazione contabile – fiscale rilasciata per i rifiuti conferiti, la falsa certificazione “EoW” (rifiuto cessato o non rifiuto), mentre invece sarebbero stati rifiuti urbani. Rifiuti ricevuti illecitamente, perché il centro è autorizzato a prendere soltanto quelli speciali.

Del Prete dovrà rispondere anche del reato di “impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita”, perché avrebbe impiegato o trasferito denaro proveniente dall’attività illecita per ostacolare l’identificazione della sua provenienza. In particolare, secondo quanto emerso dagli accertamenti, avrebbe delegato il figlio, Gennaro Del Prete, amministratore della Genovi srl, ad operare sui conti correnti della Centro rottami, con la richiesta all’istituto di credito dell’emissione di titoli necessari ad acquistare un magazzino in provincia di Terni. Gennaro Del Prete avrebbe così emesso assegni per 810mila euro per il pagamento dell’immobile acquistato dalla Genovi srl, di proprietà di Leopoldo Del Prete e della moglie. In corso era anche la trattativa per l’acquisto di altri due immobili.

Il gip del Tribunale di Roma ha altresì disposto il sequestro del Centro Rottami srl (che nel solo anno 2019 ha sviluppato un volume d’affari di oltre 25 milioni di euro), dei suoi automezzi e dei conti correnti ad esso riconducibili per un valore equivalente pari a 17 milioni di euro, nonché di 23 autocarri utilizzati per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti all’azienda di Cisterna di Latina.

LE INDAGINI

Le indagini che hanno portato agli arresti di questa mattina sono partite da quelle già effettuate nell’ambito del procedimento penale relativo al monitoraggio del Centro raccolta rifiuti di Mostacciano, a Roma, dalle quali era emerso come un gruppo criminale sottraesse dal centro “rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche” (Raee), avvalendosi della complicità dei dipendenti, per poi conferirli – sempre secondo gli inquirenti – al Centro rottami di Cisterna. In questo contesto Leopoldo Del Prete ha l’obbligo di firma perché accusato sempre di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Durante un controllo gli investigatori avevano capito che il materiale sottratto a Mostacciano finiva a Cisterna e che nel centro rottami veniva catalogato come “rifiuto cessato” o “non rifiuto” con la dicitura “Eow”.

Ad aiutare gli investigatori sono state le intercettazioni telefoniche, ma anche le video riprese effettuate presso il centro di Cisterna, con le quali sarebbero state monitorate le attività illecite commesse all’interno