Operazione Gas, stroncata sul nascere a Sonnino una violenta attività estorsiva

La caserma dei carabinieri di Terracina

Sono finiti in carcere con l’accusa di tentata estorsione aggravata due uomini di Sonnino, entrambi già noti alle forze dell’ordine. Si tratta del 33enne Gaspare Stamegna e Daniele Di Ettore di 36 anni, destinatari di ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi dai carabinieri della Compagnia di Terracina, con il supporto di unità antidroga della Stazione Carabinieri A.M. di Latina Borgo Piave e di personale della Tenenza di Ardea, nell’ambito dell’operazione “Gas” che ha riguardato altre due persone, F.S. 40enne di Sezze e L.M. 49enne di Sonnino, a cui è stata notificato l’obbligo di dimora nei comuni di residenza. Entrambi sono accusati di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, in concorso con Stamegna che risponderà anche dell’aggravante per aver commesso il fatto nel tempo in cui era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.

L’inchiesta a carico dei quattro è scaturita dalle investigazioni dei carabinieri di Terracina, diretti dal capitano Margherita Anzini, avviate a giugno dal personale del Nucleo operativo dopo le denunce sporte da due persone che si dichiaravano vittime di tentate estorsioni subite in primavera e poi ad agosto 2016.

La complessa indagine, che si è sviluppata attraverso un attento monitoraggio dei soggetti finiti sotto la lente degli investigatori ed il successivo sviluppo dei riscontri emersi ha consentito di ricostruire – grazie anche alle indagini tecniche nel frattempo effettuate – il modus operandi dei due degli indagati che, direttamente o servendosi degli altri due per azioni intimidatorie, hanno tentato in più occasioni, e precisamente dal mese di giugno 2016 al mese di febbraio 2017, di estorcere ingenti somme di denaro o altri beni mobili alle loro vittime e di costringerle a rimettere le querele sporte nei loro confronti. Minacce perpetrate anche con l’uso di armi da sparo. Nel loro mirino erano finiti un pensionato, un operaio e poi anche un cameriere che senza alcun motivo si sono ritrovati minacciati dalla banda che pretendeva soldi e soltanto soldi.

Gli accertamenti svolti dai carabinieri hanno portato gli inquirenti a ritenere che Stamegna fosse il più pericoloso e violento del gruppo, in quanto autore di numerose spedizioni punitive, consistite anche in efferati pestaggi consumati in pubblica piazza, con il solo scopo di creare un diffuso stato di assoggettamento tra la comunità locale.

Nel febbraio del 2015 lo stesso era stato arrestato e successivamente posto agli arresti domiciliari, per aver attinto a fuoco, con una pistola, un giovane di Terracina, gambizzandolo. Ha, poi, continuato – fanno sapere gli inquirenti – nelle sue azioni minatorie e nelle sue “lezioni” anche durante il periodo in cui era sottoposto, per altri reati, alla misura cautelare degli arresti domiciliari e alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, avvalendosi della longa manus dei due gregari, o addirittura utilizzando lo stratagemma di convocare le vittime presso il suo domicilio.

Fondamentale per la positiva conclusione delle indagini si è rivelata la collaborazione tra le vittime e gli inquirenti, che ha consentito di dare un colpo di maglio a quello che era diventato un ignobile “sistema di soprusi”.