Operazione Point Break, riciclaggio all’ombra dell’Italcraft di Gaeta: nuovi sequestri a carico di Perrozzi

Giovanni Reccia
Giovanni Reccia

Portata a termine con il sequestro di beni del valore di 12 milioni di euro l’indagine avviata nel 2013 dai finanzieri del comando provinciale di Latina, attualmente guidato dal colonnello Giovanni Reccia, a seguito dell’approfondimento investigativo di un’operazione volta ad acquisire il controllo totalitario della società “Italcraft” di Gaeta, operante nel settore della nautica. Le Fiamme Gialle, nel corso degli accertamenti hanno scoperto che una cittadina di origine tedesca (Maria F. Demski) in qualità di amministratrice di una società neo costituita (Blue Fin Srl), attraverso un’operazione di finanziamento di circa 800 mila euro, aveva acquisito parte delle quote sociali della Italcraft Srl. L’operazione societaria era propedeutica ad acquisire il controllo dell’intero pacchetto azionario attraverso un futuro finanziamento di circa 8 milioni (da qui il nome dell’operazione della Finanza “Point Break”, punto di rottura).

In particolare, il lavoro svolto dai finanzieri del Gruppo di Formia, ha consentito di individuare che il socio occulto della New-Co risultava essere l’imprenditore pontino Fabrizio Perrozzi, resosi responsabile di una frode fiscale perpetrata a livello internazionale per la quale era stato già condannato dal Tribunale di Padova a 3 anni di reclusione.

Nunzia D'Elia
Nunzia D’Elia

Gli elementi raccolti dai finanzieri pontini e comunicati all’autorità giudiziaria (procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e sostituto procuratore Marco Giancristofaro) hanno avviato il procedimento penale 1296/13, per i reati di trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e reimpiego di proventi Illeciti,

Le successive indagini di polizia giudiziaria condotte sotto la direzione ed il costante coordinamento della Procura di Latina, hanno consentito di rilevare specifici elementi configuranti i reati di riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti per oltre 8,5 milioni di euro, ricchezza proveniente dalla frode fiscale perpetrata a Padova dal principale indagato Fabrizio Perrozzi.

In dettaglio, è stato utilizzato uno specifico schema di “Money Laudry” attraverso le seguenti fasi:

  • Le somme di denaro sono state messe in sicurezza in territori Off Shore (Svizzera, Malta, Isole Bahamas, Panama). In tale fase, si è appurato che la collocazione delle provviste illecite è stata attuata mediante versamenti e accrediti eseguiti su conti correnti esteri cifrati;
  • La effettiva fase di riciclaggio è stata attuata attraverso diversi spostamenti dei fondi su conti correnti esteri, segnatamente da conti cifrati a conti intestati a società riconducibili a Perrozzi (Pipore Investiment Corporation con sede in Panama, Omagh Embarcaoes De Recreiro S.A., con sede in Madeira).

Le operazioni bancarie avvenivano attraverso conti correnti svizzeri, sia intestati alla americana Switch Trade & Consulting Ltd che attraverso una società di transazioni finanziarie svizzera (Jsa Europe Trust);

  • L’integrazione nel circuito dell’economia legale è avvenuta facendo rientrare i capitali in Italia attraverso bonifici bancari mediante una società “veicolo” di diritto americano, (Switch Trade & Consulting Ltd), costituita nel Delaware, stato a fiscalità privilegiata e ad alta protezione societaria e destinandoli ad una società italiana (Adogi Immobiliare Srl), con causale “finanziamento socio”. L’importo dell’operazione è risultata ammontare a circa 7 milioni di euro.

Le rogatorie internazionali disposte dall’autorità giudiziaria di Latina, con la Svizzera e Malta, avrebbero avvalorato le ipotesi investigative. Inoltre, la rogatoria attivata con la Repubblica di Malta, avrebbe permesso agli inquirenti di scoprire un’ulteriore operazione di riciclaggio relativa all’acquisizione in leasing, attraverso una società di diritto portoghese (Omagh Embarcacoes S.A.) di un’imbarcazione di lusso, il cui utilizzo esclusivo era riservato a Perrozzi che peraltro prestava fidejussione per 7 milioni di euro all’operazione commerciale.

Riguardo a quest’ultima operazione, è stata accertata dalle Fiamme Gialle un’articolata “schermatura” di parte della provvista illecita. “Infatti – spiegano i finanzieri – la Omagh Embarcacoes S.A. recedeva dal contratto di leasing con la Unicredit, chiedendo la restituzione dei canoni già corrisposti per circa 1,5 milioni di euro su un conto corrente maltese. Da tale conto, pochi giorni dopo, veniva eseguito un bonifico a favore della stessa Unicredit sullo stesso conto da cui era giunta la provvista. Presso l’Istituto Bancario, si è rilevato che la società Omagh aveva scientemente eseguito il bonifico in modo errato, facendosi restituire la somma su un conto corrente acceso presso la Banca Popolare di Sondrio, intestato alla Jsa Europe Trust. In tal modo, l’operazione è stata ‘schermata’, nel senso che appariva come una normale operazione di accredito fatta da un Istituto di Leasing e non emergeva la reale provenienza.

Nel corso dell’inchiesta è stata contestata l’aggravante del reato transazionale, avendo accertato la commissione del reato in più stati. Nelle indagini concluse con l’operazione Point Break risultano coinvolte 8 persone accusate di trasferimento fraudolento di valori,  riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti aggravati appunto dal reato transnazionale; a carico di tre indagati è stata chiesta ed ottenuta la misura del sequestro preventivo per sproporzione finalizzato alla successiva confisca.

L’autorità giudiziaria di Latina, infatti, condividendo la richiesta relativa alla misura ablativa, ha disposto il sequestro dei beni per sproporzione. Tra gli indagati risultano Francesco Perrozzi, figlio del principale indagato Fabrizio Perrozzi, Maria F. Demskli, convivente dell’imprenditore di Cisterna, quale rappresentante legale della Adogi Immobiliare Srl;  Massimo Pignotti Massimo, cittadino comasco, quale rappresentate legale delle società Omagh Embarcacoes De Recreiro; Istvan Burgyan e Cyrus Dara Maybud, cittadini svizzeri, quali rappresentanti della Switch Trade & Consulting; Alessandro Bertacchini, in qualità di prestanome di Perrozzi; Marcello Di Girolamo, rappresentante, unitamente alla Demki, della Adogi Immobiliare.

Il provvedimento emanato prevede il sequestro di 6 rapporti bancari presso due Istituti di Credito con sede a Latina e Cisterna di Latina, nonché dei seguenti beni: 10 fabbricati ubicati a Padova, Cisterna di Latina e Terracina; 22 terreni tutti a Cisterna di Latina; 3 Società a Responsabilità Limitata, operanti nel settore immobiliare ed agricolo e 2 motoveicoli per un valore complessivo di  12 milioni di euro.