Passata la giornata contro la violenza sulle donne, uomini non lasciatele sole

E’ trascorsa la giornata contro la violenza sulle donne. Il 25 novembre e i giorni precedenti è stato un susseguirsi di convegni, incontri con gli studenti, riflessioni, spunti. Una comunità in difesa del genere femminile, stretta intorno alle donne che hanno subito violenza e impegnata perché i casi diminuiscano, perché il fenomeno finalmente, in qualche modo, si ridimensioni. In un futuro non proprio vicino potrebbe addirittura sparire.

È importantissimo che se ne parli, che le vittime capiscano di non essere sole, ma supportate dalle forze dell’ordine a da una rete di associazioni che le accompagni in un percorso, non ce lo nascondiamo, certamente difficile. La denuncia, però, ed è stato ribadito con forza, è l’unica strada. Il silenzio, l’isolamento, rendono più forte chi usa violenza.

Ogni anno si spera che qualcosa cambi, che le donne possano sentirsi libere di esprimersi come meglio credono, senza dover rendere conto a padri, mariti, compagni, fidanzati. Eppure siamo molto lontani da un risultato che possa definirsi tale se la concorrente di una nota trasmissione tv ringrazia il marito per averle permesso di partecipare. Siamo molto lontani se ancora oggi quasi il 40% delle persone pensano che una donna possa sottrarsi ad una violenza sessuale se davvero lo vuole e una persona su quattro ritiene che la colpa della violenza sessuale è di come la donna si veste. Un sondaggio che ci fa capire quanta strada dobbiamo ancora fare per sradicare certi convincimenti.

Questa convinzione mi ha sempre fatto ribrezzo, come se vestire in modo anche provocante possa giustificare una violenza sessuale. In molto modi le statistiche hanno smentito questo legame, in alcuni casi alcune attiviste hanno anche mostrato gli abiti che indossavano le vittime durante un’aggressione sessuale. Abiti accollati, pantaloni lunghi e larghi, vestiti coprenti. Nulla a che vedere con quanto chi si convince che la “colpa” possa essere della donna, può immaginare.

Anche se una ragazza si vestisse in modo sexy, per partecipare ad una serata speciale, per sentirsi a posto o desiderata, chi autorizzerebbe qualcuno ad abusare di lei? Sicuramente non lei. Perché il diritto di scegliere se accettare o meno un’avance spetta alla persona, non alla donna, ma alla persona. Anche all’uomo. Un “no” va accettato e rispettato, indipendentemente dalla gonna più o meno lunga, o da una scollatura. Non c’è davvero nulla che possa giustificare una violenza.

Potrei scrivere di mille occasioni di riflessione che ho ogni giorno, soltanto ascoltando le persone. E non sono pensieri o parole piene di rispetto, ma rappresentazioni a volte grottesche di come ancora il fenomeno venga minimizzato, con argomentazioni ridicole e di come ancora gli uomini sembrano aver paura di fare propria questa battaglia, come se fosse un disonore. Le donne si stanno sgolando, si stanno muovendo, stanno lottando, ora è arrivato il momento che siano anche gli uomini a schierarsi apertamente, a giudicare, non una ragazza per come si veste, ma chi pretende ancora di poter avere su di lei un diritto, di chi davanti ad un “no” ancora non sa o non vuole fermarsi.