Pianeta rifiuti in provincia di Latina, intervista al sindaco di Maenza

Claudio Sperduti

Se c’è un sindaco che in provincia di Latina mastica rifiuti è Claudio Sperduti. Il primo cittadino di Maenza è stato responsabile tecnico nella gestione in numerosissime società operanti nel delicato settore dell’igiene urbana nelle province di Latina, Frosinone e Roma, una l’ha anche guidata come amministratore unico; è stato impiegato tecnico della Latina Ambiente, con incarico di responsabile del servizio di igiene urbana nel Comune di Formia, prima che arrivasse la Formia Rifiuti Zero che lo ha rimandato a casa. Se dici Ernica Ambiente piuttosto che Servizi Ambientali del Gruppo Ama, Gea, Ecolcoop service, Progetto Ambiente, Vola e Trasco hai un denominatore comune certo: Sperduti. L’intraprendente sindaco, da privato cittadino, ha partecipato anche alla selezione dell’autunno scorso per la scelta del consiglio di amministrazione dell’azienda speciale Abc di Latina. Insomma, dove c’è un compattatore in strada, Sperduti è pronto a salire a bordo.

Da amministratore pubblico ha il merito insieme a pochi altri sindaci della provincia pontina di aver spinto al massimo la raccolta differenziata, ma oggi più degli altri – proprio perché i suoi cittadini sono utenti virtuosi del “porta a porta” – soffre la crisi dell’umido, dovuta al sequestro degli impianti Sep di Pontina e Kyklos di Aprilia. Il Comune di Maenza oggi spende 200 euro a tonnellata per lo smaltimento dei rifiuti organici che arrivano alla ditta della famiglia Fatone che poi li porta in un impianto fuori regione. Fino a qualche tempo fa il Comune di Maenza che conferiva presso la vicina Sep di euro ne spendeva all’incirca 115 a tonnellata. Di questo passo i conti sballano. Sperduti, come altri sindaci della zona, confida in un impianto di compostaggio pubblico da realizzarsi all’interno dell’ambito ottimale di riferimento.

In soccorso la recente delibera approvata dal Consiglio provinciale di Latina…

“Ci sono già a disposizione circa due milioni e mezzo di euro della Provincia – spiega Sperduti – che potrebbero bastare ad avviare la realizzazione di un piccolo impianto di compostaggio, per 40mila tonnellate annue, in zona industriale di uno dei Comuni dell’ambito ottimale di centro. A noi, di questo ambito, sarebbe sufficiente: nel 2016 i rifiuti di tutta la provincia, quindi di tutti e tre gli ambiti stabiliti nel piano provinciale dei rifiuti, finiti negli impianti Kyklos e Sep, sono stati 55mila tonnellate”.  Quindi è cosa fatta? “Ci spero, ci speriamo – risponde Sperduti -; i Comuni consorziati titolari dell’impianto andrebbero a spendere 90 euro a tonnellata, non di più. Oggi ne spendiamo 200. Dobbiamo essere realisti però. Il piano provinciale prevede l’autosufficienza, il che significa anche discariche a servizio e termovalorizzatori per ciascun ambito. Impossibile. Intanto, direi, di puntare subito a un impianto di compostaggio”.

Sindaco, anche l’amministrazione comunale di Latina e in particolare l’assessore all’ambiente Roberto Lessio ha dichiarato in anticipo rispetto alla delibera provinciale di voler realizzare insieme ad altri Comuni un impianto pubblico per il compostaggio. Eppure, la stessa amministrazione si è mostrata favorevole a un investimento privato in Latina Scalo per il trattamento del forus ai fini della produzione di biometano. Come la interpreta questa cosa? “Non la capisco, se si ha in progetto di realizzare un impianto di compostaggio pubblico. Ma l’imprenditore non avrà da preoccuparsi a lungo, perché prima o poi anche il Comune di Roma partirà con il ‘porta a porta’ e serviranno impianti per l’umido capitolino. E poi comunque non abbiamo ancora realizzato l’impianto pubblico”. E nemmeno Recall ha ancora gettato le fondamenta.

Senta, cosa ne pensa del tentativo di acquisizione, da parte della Paguro, della partecipazione di Latina Ambiente in Ecoambiente? “Penso che Altissimi si aggiudicherà definitivamente il 51% della Ecoambiente e avrà la sua discarica”. Ma è chiusa… “Le discariche non piacciono ma servono, lo sa anche e soprattutto la Regione. Prima di autorizzare nuovi siti è più facile che si dia l’ok ad ampliamenti di invasi preesistenti. Serve concordare un piano di bonifica. Se la nuova società Ecoambiente si presentasse in Regione con un piano pluriennale per la bonifica non credo che possa avere difficoltà ad ottenere l’ampliamento già richiesto”.

Per come si sono messe le cose i residenti di via Monfalcone non hanno speranza di liberarsi del fardello… “Occorre che le istituzioni guardino in faccia alla realtà dei fatti e mettano in atto il dovuto risarcimento nei confronti di chi è stato danneggiato”.

Sindaco, secondo lei, quali saranno le conseguenze del fallimento della Latina Ambiente? “Comunque la si guardi i debiti saranno a carico del Comune e quindi dei cittadini di Latina; il Comune di Latina ha perso la proprietà della discarica di Borgo Montello e quindi la possibilità di intervento nella sua gestione”. “Bene ha fatto l’amministrazione comunale di Aprilia – conclude Sperduti – a rilevare la quota privata di Progetto Ambiente. Un esempio di amministrazione virtuosa: il Comune di Aprilia si è ritrovato anche un impianto per il multimateriale vetro, carta e plastica”.