Pontina, la mobilitazione contro l’autostrada parte da Latina: ecco il perché. Quella poltrona inopportuna

Bernardo Bassoli, Gualtiero Alunni e Pina Necci

Autostrada Latina-Tor de’ Cenci e bretella Cisterna-Valmontone, no grazie. Il comitato “No Corridoio” ha annunciato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Latina, l’iniziativa prevista per venerdì 6 aprile di un presidio organizzato alla rotonda di Borgo Piave, luogo presumibile di inizio lavori della mega infrastruttura che costerà circa tre miliardi di euro. L’appuntamento è alle ore 17.

Gualtiero Alunni, Pina Necci e Bernardo Bassoli sono tornati a spiegare le ragioni di contrarietà al progetto nell’incontro con la stampa svolto presso la sede de “Il gabbiano” di viale XVIII Dicembre nel centro del capoluogo pontino. Il percorso dell’autostrada a pedaggio attraversa più comuni, “ma è da Latina che parte tutto – hanno detto gli oppositori del progetto -, lo dimostra il fatto che sono i politici pontini che insistono, sollecitano l’avvio dell’opera sostenendo che sia l’unica soluzione per eliminare l’isolamento di Latina”.

L’appuntamento di venerdì è propedeutico all’attesa sentenza, prevista entro la fine del mese, del Consiglio di Stato relativa all’assegnazione della gara d’appalto. “Due settimane fa abbiamo scoperto che nel nuovo consiglio di amministrazione della società Autostrade del Lazio sedeva la professoressa Angela Ricci, su nomina della Regione Lazio, dichiaratamente coniugata con l’avvocato Sergio Santoro, presidente della VI sezione del Consiglio di Stato chiamata a sentenziare sulla gara d’appalto – ha denunciato Alunni -. Evidentemente qualcuno se ne è accorto prima di noi e la professoressa Ricci si è dimessa. Non abbiamo notizie che la Regione Lazio abbia provveduto alla sua sostituzione”. Il comitato oggi ha dichiarato che qualora la sentenza sbloccasse l’avvio del cantiere il presidio sarà permanente davanti alle ruspe.

Il perché “no” alla realizzazione dell’autostrada e della bretella Cisterna-Valmontone sono note da tempo e oggi il comitato le ha volute ribadire, rilanciando l’opera alternativa di messa in sicurezza della Pontina da Roma a Terracina. “Le buche di questi mesi – ha detto Alunni – sono il risultato di decenni di disattenzione dell’Astral e della Regione Lazio che non hanno provveduto ad un’appropriata manutenzione. In vent’anni abbiamo contato 600 morti. L’autostrada con pedaggio a pagamento, che costerà ai cittadini 13 euro per andare da Latina a Roma e tornare indietro, non risolverà i problemi legati al traffico perché la nuova strada si fermerà a Tor de’ Cenci facendo rientrare i veicoli sulla vecchia Pontina proprio nel tratto in cui la circolazione è più critica. L’infrastruttura, considerata strategica, costerà 2miliardi e oltre 700 milioni di euro, ma ci sono soltanto poco meno di 500 milioni di euro già finanziati, mentre per la Cisterna-Valmontone al momento non c’è a disposizione neanche un euro. Ecco, noi chiediamo che i 500 milioni di euro, già disponibili, siano stornati e messi a disposizione per la messa in sicurezza della Pontina per tutti i suoi chilometri. Diciamo no all’autostrada a pagamento, credendo che accanto ad una Pontina sicura possa essere realizzata, con un percorso complanare e una variante all’altezza di Pomezia, una mobilità su ferro per un tram leggero. Abbiamo un progetto di massima realizzato dall’ingegnere Antonio Tamburrino. La Regione Lazio, in sede di approvazione di bilancio, ha sempre respinto un emendamento per lo stanziamento di 500mila euro per una progettazione più puntuale. In alternativa è stato approvato un ordine del giorno che lascia il tempo che trova”.

In conferenza stampa il comitato “No corridoio” ha ribadito le sue perplessità sulle opere in programma, sottolineando il rischio infiltrazioni della malavita organizzata attratta dalla pioggia di finanziamenti pubblici e la “prevista” devastazione del territorio, soprattutto lungo il tracciato della Cisterna-Valmontone dove saranno spazzate via “52 aziende agricole con la perdita di 4.500 posti di lavoro”. Le amministrazioni comunali di Roma, Pomezia e Ardea – ha concluso il comitato – hanno già espresso la loro contrarietà al progetto, Latina Bene Comune è divisa al suo interno. Inaccettabile per il comitato il pedaggio a pagamento che peserà solo ed esclusivamente sulle tasche dei cittadini.

Fermare l’apertura del cantiere sarà una missione impossibile, ma il comitato non ha nessuna intenzione di mollare la presa: “Faremo come in Val Susa”, ha detto Necci.