Ponza, porto a Cala dell’Acqua: la “verità” a cinque stelle

Il meetup Ponza5Stelle torna ad attaccare il sindaco Piero Vigorelli sul fronte del porto di Cala dell’Acqua. Il progetto per la realizzazione di un nuovo approdo a Le Forna è stato discusso in conferenza di servizi il 13 giugno scorso. Gli attivisti pentastellati muovono una serie di osservazioni contenute in otto punti che riportiamo di seguito.

  • Primo fra tutti, non capiamo come lo sviluppo di una zona portuale, possa prescindere dall’inevitabile sviluppo della corrispondente zona a terra, l’ex miniera, che oggi è caratterizzata da una fascia di territorio completamente abbandonata e priva anche dei servizi fondamentali, quali strade, illuminazioni ecc. Una seria pianificazione del territorio non può e non deve prescindere dal considerare gli interventi strettamente connessi tra loro. Insomma, non vorremmo che questo porticciolo sia una cattedrale nel deserto, atta solo a produrre interessi e speculazioni per il privato che avrà in concessione la gestione per 50 anni e non un atto serio di riqualificazione di parte dell’isola ad uso di abitanti e turisti. Infatti, come sancito da una delibera di giunta regionale del 2003, esattamente la numero 2251/03, la zona in questione doveva essere interessata da una riqualificazione urbanistica.
  • In merito ai tre progetti presentati, poi, c’è da rilevare che trattasi di progetti preliminari ai quali in conferenza dei servizi, sono stati prodotti pareri parziali e non di massima. Molti pareri non sono stati rilasciati perché vanno seguiti gli iter previsti per il rilascio degli stessi. Infatti la Valutazione D’Incidenza su Sic e Zps, il parere paesaggistico, la Via ed altri hanno risposto che non potranno esprimersi finché non verranno presentati progetti definitivi che comunque dovranno seguire gli iter procedurali stabiliti per legge (norme tecniche di attuazione, Ptpr, modulistica regionale ed altri adempimenti).
  • Si ricorda inoltre che l’area presenza un elevatissimo rischio idrogeologico (R4) come evidenziato dagli uffici regionali per la difesa del suolo e che senza la sua messa in sicurezza non potrà realizzarsi nulla.
  • Inoltre, tutti e tre i progetti necessitano per la loro realizzazione una variante urbanistica al Prg comunale che necessita di procedura Vas (Valutazione ambientale strategica).
  • Suggeriamo inoltre di valutare l’opportunità di inserire all’interno delle modifiche al piano necessarie per la costruzione del porto, anche la modifica al piano regolatore per il recupero urbanistico dell’intera area, in modo da ottimizzare tempi e risorse e di mostrare un’effettiva volontà politica di crescita per l’isola di Ponza.
  • Altro passaggio fondamentale tralasciato dai progettisti della società “Cala dell’acqua” è la pianificazione del servizio di trasporto passeggeri, che come sollevato in conferenza dei servizi dal consigliere regionale Gaia Pernarella, e non riportato dal verbale della conferenza, servirebbe soprattutto a decongestionare il porto borbonico e a garantire un utilizzo maggiore dell’opera che ad oggi sembrerebbe di sola fruizione per i posti barca. Questa dovrebbe rappresentare a nostro avviso una prescrizione fondamentale alla nuova fase progettuale.
  • Insomma pare che il porto sia ancora solo una bella idea, certo qualche passo in avanti è stato fatto e speriamo che il tutto avvenga nel rispetto della legge e dell’ambiente, cosa che comunque monitoreremo grazie ad i nostri rappresentanti nelle istituzioni preposte.
  • La cosa più importante a nostro parere è che quest’opera non sia appannaggio esclusivo dei turisti relegando i ponzesi a facchini per yacht, ma che tramite le procedure di partecipazione stabilite per legge, innalzi i ponzesi a primi fruitori e beneficiari dell’opera.

L’argomento è stato oggetto di una riunione pubblica, tenutasi il 7 luglio scorso presso il Centro Veliero, nel corso della quale il sindaco ha riferito sull’esito della conferenza di servizi e sulla prossima realizzazione dell’opera, secondo la sua visione.

“Il progetto di Marina di Cala Dell’Acqua – commentano dal meetup Ponza5stelle – è un progetto di comodo, ma non realizzabile, perché per costruire, risanare e mettere in sicurezza la zona mineraria e costruirci sopra, ci vogliono gli strumenti urbanistici che quella zona non ha! Il progetto di Marina di Cala Dell’Acqua non ha proposto alcun risanamento nella zona ex-Samip. Niente recupero dei vecchi fabbricati della miniera e nuove costruzioni per cui ha proposto, non solo l’operazione più conveniente dal punto di vista economico, ma anche quella che faceva gioco a questa amministrazione che vuole fare bottino elettorale per le prossime elezioni. Certo non erano questi gli obiettivi politici che si erano posti le varie amministrazioni regionali in accordo con quelle ponzesi, fin dalla chiusura della miniera Samip. Infatti, stralciando la zona ex-miniera dal piano regolatore del 1982, la Regione aveva dato un indirizzo preciso alle amministrazioni comunali per quella zona: fare un piano particolareggiato della zona con l’intento di risanarla e di renderla residenziale con la costruzione di nuove abitazioni e – per rendere appetibile ai privati questa primaria operazione di risanamento – si dava a questi la possibilità di costruire un porto turistico. C’è ancora molta strada da fare e i rappresentanti regionali del Movimento Cinque Stelle, che hanno mostrato attenzione alle istanze dei Ponzesi, saranno ancor più vigili e puntuali nell’informare i cittadini di Ponza sulle reali possibilità di sviluppo che il porto proposto dall’amministrazione Vigorelli vuole dare”.

“Sono i cittadini che devono diventare protagonisti del loro futuro, nessuno si può e si deve sostituire alla volontà dei cittadini”, affermano gli attivisti che basano la loro azione sul metodo della condivisione e partecipazione. “I rappresentanti in Regione Lazio del Movimento Cinque Stelle – ricorda al sindaco il meetup – sono fino ad ora, gli unici portavoce delle perplessità e delle richieste espresse al Ponza5stelle da parte dei ponzesi, che hanno paura di esporsi alle sue ire”.

Gli attivisti pentastellati dell’isola sperano che il sindaco “non dia in concessione per 50 anni una proprietà pubblica senza che poi le opere vengano realizzate nell’immediato”. “Il suo metodo signor sindaco Piero Vigorelli è dare tutto al privato – concludono – senza paletti e senza regole e poi si vedrà. E purtroppo lo abbiamo visto… Laziomar è un disastro ed il dissalatore di Acqualatina è ancora errante…  Cala dell’Acqua affidata in concessione senza se e senza ma, sarà un nuovo disastro come la Samip, che dopo quasi 100 anni ancora tutti i ponzesi e soprattutto gli abitanti de Le Forna ne stanno pagando le conseguenze”.