Porto del Circeo, torna al pettine la sentenza del Consiglio di Stato: diffidato il sindaco alla revisione delle concessioni

Il porto di San Felice Circeo

C’è una sentenza del Consiglio di Stato rimasta lettera morta. Stabilisce che gli ampliamenti delle concessioni demaniali devono essere considerati come nuove concessioni e come tali essere oggetto di bando pubblico. E’ la numero 3459/2017, in riferimento ad una concessione relativa alla cooperativa Circeo 1° che a San Felice Circeo gestisce il porto turistico. Quindi in base alla sentenza sarebbe stata necessaria una revisione delle concessioni con revoca in autotutela di quelle rilasciate senza evidenza pubblica. Ma che cosa è successo nel frattempo? Nulla. Anzi no.

Ieri i consiglieri comunali di opposizione del gruppo “Verso il domani” (Eugenio Saputo, Luciano Magnani ed Egidio Calisi) hanno diffidato il sindaco Giuseppe Schiboni e il responsabile al demanio a far sì che la sentenza venga rispettata. Ciò in considerazione del fatto che è trascorso un anno e mezzo dal pronunciamento inappellabile del Consiglio di Stato e due mesi e mezzo circa da un’interrogazione sull’argomento rimasta senza risposta.

Il gruppo consiliare “Verso il domani” il 16 ottobre 2018 aveva presentato un’interrogazione, con richiesta di risposta scritta, con la quale chiedeva di sapere se il Comune, in osservanza della sentenza 3459/2017 del Consiglio di Stato, avesse proceduto alla verifica delle concessioni rilasciate alla cooperativa Circeo 1° senza alcuna procedura di gara e, in caso affermativo, quali provvedimenti avesse adottato.

Il sindaco, lamentano oggi i consiglieri comunali di opposizione, non ha risposto all’interrogazione né entro i 15 giorni previsti da regolamento né fuori tempo. Ma c’è dell’altro. “L’8 novembre 2018 abbiamo ricevuto una lettera da chi ad ottobre era il responsabile del settore Demanio (ingegnere Domenico Matacchioni) il quale ci informava del fatto che aveva a sua volta, fin dal mese di maggio, chiesto al sindaco disposizioni sul da farsi in merito alla sentenza”, affermano Saputo, Magnanti e Calisi. Circostanza quest’ultima riportata, con tanto di seguito, anche nella diffida al sindaco Schiboni e al nuovo responsabile del settore Demanio, l’ingegnere Luigi Paolelli. “Poco dopo (la lettera di Matacchioni, ndr), in data 04/12/2018 – si legge nella diffida -, con proprio decreto numero 44, il Sindaco rimuoveva l’ingegnere Matacchioni dall’incarico di responsabile del Demanio marittimo, conferendo lo stesso all’ingegnere Paolelli”. “Esautorato, l’ingegnere Matacchioni esautorato dall’incarico di responsabile del Demanio”, rimarca oggi il gruppo consiliare “Verso il domani”.

“A questo punto, preso atto del fatto che l’amministrazione comunale non vuole rispondere, non ci è rimasto che diffidare il sindaco e l’attuale responsabile del demanio per far sì che la sentenza venga rispettata”, concludono i consiglieri.

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