Suona come un appello per cercare di radunare a se tutte le forze propositive venute fuori negli ultimi mesi a Priverno la proposta lanciata dall’ex sindaco Angelo Delogu. In una nota, il primo cittadino che ha visto la sua amministrazione finire per le firme raccolte davanti ad un notaio nel marzo 2015 scrive: “Sento e leggo che in molti a Priverno vogliono fare il bene della città. In tanti finalmente si rendono conto che il nostro paese è abbandonato a sé stesso e ci sarebbe bisogno di maggior spirito civico e di maggior partecipazione per risollevarlo.
Bene: questo di per sé è un dato positivo, che fa ben sperare per il prossimo avvenire. Tuttavia, c’è una tendenza negativa che da sempre ha prodotto danni irreparabili: la presunzione da parte di ciascuno (associazione, organizzazione, forza politica, singolo) di essere il solo detentore della verità, l’unico soggetto in grado di riuscire dove gli altri hanno fallito.
Così, più che unirci in una grande forza, ci si divide in tante piccole debolezze. Ogni giorno nasce una nuova organizzazione, ogni giorno spunta un nuovo soggetto (associazioni, comitati, pagine, gruppi, etc.). Uno sparuto gruppo, quando non un singolo, conduce la propria battaglia solitaria, pensando di vincere solo, escludendo l’altro.
Chiaro che questo non fare squadra, non sentirsi comunità, operare più contro che a favore di qualcosa, rinforza l’ego di qualcuno, ma indebolisce irrimediabilmente tutte le iniziative.
Sta proprio in questo continuo scindere l’atomo (oltre che nella assoluta incapacità di governo della classe dirigente) la causa prima del ritardo ultra decennale che il nostro paese sconta rispetto ad altre realtà in cui il bene del comune è venuto prima di ogni cosa. È arrivato il momento in cui le energie positive non si disperdano, ma si mettano insieme in un grande progetto collettivo. Se desideriamo che Priverno si risollevi realmente, se vogliamo che la nostra città non torni indietro, allora tutti coloro che puntano sinceramente a fare il bene del paese debbono mettere da parte le pur legittime differenze o ambizioni e unirsi mettendo al primo posto l’interesse della comunità”. In quanti accoglieranno la proposta?