Priverno, Sparagna con “Taranta d’amore” chiude il festival Radure

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Ambrogio Sparagna chiude a Priverno il festival “Radure. Spazi culturali lungo la via Francigena del sud”. Sabato 20 e domenica 21 luglio in 3 luoghi della cultura, sarà disponibile un calendario di appuntamenti tra teatro e musica.

Il progetto a cura dei Comuni di Priverno, Carpineto Romano, Norma, Segni e Sezze, grazie al finanziamento della Regione Lazio e nell’ambito del progetto integrato Invasioni Creative di ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, in collaborazione con la Compagnia dei Lepini è il primo festival di valorizzazione del patrimonio culturale del sistema territoriale dei Monti Lepini.

Domenica 21 luglio alle 21:30 al Parco Archeologico Privernum andrà in scena Taranta d’Amore di Sparagna & orchestra popolare italiana, una grande festa spettacolo dedicata ai balli della tradizione popolare: gighe, saltarelli, ballarelle, pizziche, tammurriate e soprattutto tarantelle. Al centro della scena Ambrogio Sparagna, sostenuto dalla straordinaria energia e bravura dei musicisti dell’Orchestra Popolare Italiana, riesce ad animare la piazza, la fa saltare al ritmo vorticoso dei nostri balli popolari, tra organetti, chitarre, ciaramelle e tamburelli. Per rivivere le emozioni straordinarie tipiche delle antiche feste contadine italiane. Il prezzo del biglietto è di 10 euro. Si consiglia la prenotazione: tel. 0773889644 da lun. a ven. / 9.30 – 13.30.

Sabato 20 luglio invece ci sarà lo spettacolo per bambini dai 5 ai 12 anni, Parole e musica – Il pomeriggio di Marì e Lucì di e con Lucia Viglianti e Marina Tufo della compagnia Acta Teatro. L’appuntamento è alle 18:30 nella chiesa di S. Giovanni Evangelista: è il racconto di un’amicizia. Azioni silenziose, rumori e suoni, melodie e ritmo, sono le caratteristiche fondamentali dello spettacolo, in cui due amiche, chiuse dentro un’ipotetica stanza per studiare – una il canto, l’altra la poesia – si disturbano però a vicenda. Cresce l’attrito tra le due, creando curiose interferenze, che suscitano l’immaginario visivo e sonoro: la campagna, la città, la guerra, il linguaggio dei fumetti.

Al convento di Santa Chiara, sempre il 20 luglio alle 21.30 sul palco “Erinni”, scritto e diretto da Giancarlo Loffarelli della Compagnia Teatrale Le Colonne, testo vincitore della XVIII edizione del Premio “Calcante” assegnato dalla Società italiana autori drammatici nel 2018.

Le Erinni erano, nella mitologia greca, la personificazione della vendetta. Eschilo le rende protagoniste nell’Orestea. In esse i Greci esprimevano il senso di colpa che ossessiona chi impronta la propria vita all’insegna della vendetta. Quando lo spirito di vendetta viene annullato, le Erinni si trasformano in Eumenidi, le Benevole. Ma non sempre questa trasformazione accade e la vendetta resta l’unico sentiero che si pratica. È quanto accade nella vicenda raccontata in questo testo, ambientato nel 2000, nel 1938 (l’anno delle leggi razziali), poi nel 1944 (durante l’occupazione nazista). La messinscena accentua l’incrocio operato dall’autore fra lo spazio, che resta sempre lo stesso, e il tempo che torna al passato per poi riprecipitare nel presente.