Rapporto Ecomafia di Legambiente, Latina in decima posizione

Un'immagine dell'esercitazione 'Rescue Bugle' con unita' della brigata bersaglieri 'Garibaldi' ed unita' specialistiche dell'Esercito, 20 febbraio 2014, in vista dell'intervento dei militari contro gli incendi e lo sversamento abusivo di rifiuti nella cosiddetta Terra dei Fuochi. ANSA/ UFFICIO STAMPA ESERCITO +++ HO - NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

Infrazioni in calo nel Lazio, ma la regione resta ai primi posti della classifica nazionale dei reati ambientali stilata da Legambiente. Oggi la presentazione del rapporto Ecomafia 2019. Latina nel Lazio arriva subito dopo Roma, posizionandosi al 10 posto a livello nazionale.

I dati che seguono si riferiscono al 2018 raccolti dall’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente che svolge attività di ricerca, analisi e denuncia in collaborazione con tutte le forze dell’ordine (Arma dei Carabinieri, delle Regioni a statuto speciale, Capitanerie di porto, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Direzione investigativa antimafia), l’istituto di ricerche Cresme (per quanto riguarda il capitolo relativo all’abusivismo edilizio), magistrati impegnati nella lotta alla criminalità ambientale e gli  avvocati dei Centri di azione giuridica di Legambiente.

 

 

“Il Lazio ancora in posizioni pessime e tra le Regioni con più reati ambientali, – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – a fare da traino al numero dei reati complessivi è la vergognosa situazione dei rifiuti romani che porta la provincia di Roma ad essere la terza peggior provincia italiana per reati legati al ciclo dei rifiuti: il Campidoglio,  con una gestione vergognosa dei rifiuti negli ultimi anni, non solo contribuisce a rendere la capitale indecente per condizioni ambientali e sanitarie, ma spiana la strada, anno dopo anno, a reati come abbandono, roghi e smaltimento illecito dei rifiuti. Riempirsi la bocca di legalità senza fare assolutamente nulla per costruire un ciclo legale e virtuoso dell’economia circolare, spiana solo la strada al disastro che sta facendo il giro del mondo e all’illegalità”.

Dunque Roma e Latina top-ten nella classifica nazionale Ecomafia di Legambiente.

“Se lo scorso anno le tante piogge hanno aiutato a contrastare i reati di tipo incendiario, è nel ciclo del cemento che continua ad essere necessaria più vigilanza diretta da parte dei comuni – conclude  Roberto Scacchi – Sia in provincia di Roma che in quella di Latina  sulle altre, terremo alta l’attenzione su tutti gli illeciti da cemento illegale. L’abusivismo edilizio deve essere affrontato con molta durezza, perché con i mutamenti climatici ai quali assistiamo, ogni metro quadro di cemento al posto di aree naturali, aumenta i rischi idrogeologici, i fenomeni erosivi costieri, le possibilità di frane e alluvioni, con conseguenze drammatiche per l’ambiente e per la collettività. In questo senso va posta maggior tutela e attenzione a quanto avviene intorno alle acque interne, valorizzando sempre meglio i percorsi verso i Contratti di Fiume”.