Economia & Società
di Ivan Simeone
i.simeone@virgilio.it

Verso il Piano triennale sul turismo, della Regione Lazio. Un piano condivisibile e con una precisa analisi del settore che evidenzia luci ed ombre di un “sistema” regionale.
Il nostro territorio provinciale è di una bellezza unica, come messo in risalto anche dalle fotografie del Maestro Mario Iavarone di Latina. Mare e monti che si intersecano in un unicum e ricco di esperienze da vivere. Cultura, ambiente ed enogastronomia che fanno sintesi.

È il nostro patrimonio turistico.
Nel Piano presentato dalla Regione Lazio si susseguono numeri e analisi che evidenziano una situazione di incremento turistico “trainato” principalmente da Roma Capitale. Un solo dato per riflettere: le presenze turistiche nelle attività ricettive della regione Lazio, ha superato di 17 punti in percentuale i dati del 2019, ovvero oltre 45 milioni di presenze nel 2023, con oltre il 60% di turisti stranieri, con una permanenza media di 4 giorni nel 2023.
Altro dato è la maggior presenza di turisti nelle strutture ricettive extra alberghiere. Se andiamo a fotografare le realtà provinciali, sempre dati presi dallo studio della Regione Lazio, il maggior numero di arrivi ricadono nella provincia di Roma (89% del totale regionale) e segue Latina con il 4,2% anche se la nostra provincia non riesce ancora a recuperare le percentuali del periodo pre-covid.
Riguardo alla presenza dei “posti letto” Latina si posiziona seconda dopo Roma, con 47.128 posti letto, dati 2023, complessivamente tra alberghieri ed extra alberghieri. Considerevole il numero dei villaggi turistici/campeggi con circa 30.007 posti letto. Il confronto è aperto con le Organizzazioni datoriali e tutti gli stakeholder
Il sistema turistico è certamente complesso ma anche una grande risorsa che deve essere valorizzata principalmente nell’area del nord della nostra provincia pontina.
Se al sud -Riviera di Ulisse per intenderci- il sistema è comunque presente ed operativo, nell’area del centro-nord della provincia è meno presente e comunque non incisivo. Quanti e quali flussi turistici si intercettano? Quale il loro valore aggiunto per la nostra economia delle attività commerciali locali?
Oggi parliamo di turismo diffuso e di slow turism, di sostenibilità ambientale, di eccellenze e di accoglienza altamente professionale, di percorsi enogastronomici, d’arte e religiosi. Bene la volontà di rafforzare un “Brand Lazio” ma dobbiamo, nella nostra provincia ed in particolare dell’area nord, rafforzare tutti quei cluster che sono fondamentali per una nuova e rafforzata ricettività.
Abbiamo la necessità di creare una sinergia tra tutti gli operatori del settore, pubblici e privati, che ragionano di turismo. Bene le Pro-Loco come i Consorzi privati, bene le federazioni di categoria del settore come i DMO, Destination Management Organization. Nella provincia di Latina mi sembra che ve ne siano un paio: il DMO Latina Experience (prevalentemente Latina Nord) e il DMO Destinazione Lazio Meridionale per l’area sud.
Quello che oggi ritengo manchi è una “Cabina di Regia” unitaria di tutti i soggetti interessati alla promozione turistica. Come a livello regionale abbiamo l’Osservatorio Regionale del Turismo, perché non dare vita ad un “Osservatorio provinciale del Turismo”? Non si può lavorare “in ordine sparso” ma bisogna fare sistema, partendo proprio dalle realtà locali, dal territorio.
Turismo è infrastrutture, turismo è commercio come marketing territoriale.
Bisogna che si attivi una politica di supporto alle micro attività, somministrazione e commercio di prossimità in primis; supporto e promozione di eventi culturali e attrattivi di qualità; quelle attività che sono di supporto attivo alle politiche del turismo locale, in un processo circolare virtuoso. Ma con chi discuterne? Con chi parlarne e confrontarsi? Come operare?
Bisognerebbe aprire un reale confronto a tutto campo.