Roccagorga, cade l’Amministrazione Piccaro: dimessi sette consiglieri

Si dimettono sette consiglieri e Roccagorga sarà commissariata. Il 25 gennaio si era svolto il Consiglio comunale, durante il quale i consiglieri avevano votato all’unanimità, come anche gli esponenti del Pd, una disposizione prevista dalla Legge di Bilancio emanata dal Governo Meloni. Subito dopo gli esponenti del Pd, hanno deciso di richiedere una nuova seduta per presentare una mozione di sfiducia al sindaco, stabilendo il nove febbraio come data per il consiglio di sfiducia. Cambiando nuovamente decisione, decidono di dimettersi per far cadere l’Amministrazione comunale facendo entrare in gioco il commissariato.

Davanti ai fatti, il sindaco Nancy Piccaro si espone dicendo che: “sono persone che seguono un ragionamento logico nel mettere in campo azioni che determinano le sorti di una comunità?

In ogni caso, massimo rispetto per le libere scelte di ognuno, perché ognuno si assume le proprie responsabilità. Il problema è che le scelte di 7 persone ricadono su una comunità intera. Io non ho sentito neanche un cittadino, di qualsiasi schieramento, dichiararsi contento di questi comportamenti. Non ho sentito alcun elettore, di qualsiasi schieramento politico, condividere i comportamenti delle persone che hanno eletto. E soprattutto delle persone elette nella mia lista. E’ ammissibile che chi è minoranza eserciti un certo ruolo, ma chi è stato eletto? È veramente ignobile tradire il mandato degli elettori. Questa volta per fortuna sarà più breve il commissariamento perché a maggio o giugno si andrà al voto popolare. Quello stesso voto democratico che loro hanno calpestato in tutti questi anni impedendo ad un’Amministrazione eletta dal popolo di governare. E’ chiaro a tutti il gioco che hanno fatto e a chi dà fastidio che il nostro paese venga governato con onestà e buon senso. Faccio presente che per il bene del paese io li ho contattati tutti i consiglieri. Ripeto, ci può stare che la minoranza non sia d’accordo a far governare l’amministrazione, ma è assurda la posizione degli altri. C’è chi ha risposto che sarebbe rientrato solo se fosse rientrato anche il Pd. Era questa l’unica condizione imprescindibile, tutti insieme appassionatamente. C’è poi chi ha detto tutto ed il contrario di tutto, dicendo di essere andata a firmare perché “costretta”. Mi verrebbe da chiedere…costretta da chi? E c’è ancora chi dà appuntamenti e li salta, li fissa nuovamente e manda un esponente della sua famiglia a portare il suo messaggio, non riuscendo neanche a metterci la faccia. In ogni caso il messaggio, riportato davanti a testimoni, era il seguente: “Non farò cadere l’Amministrazione e costruiremo un percorso che mi permetterà di rientrare perché devo rendere conto al mio entourage che non capirebbe il mio rientro ora”. Il punto è che si tratta di un entourage che non ha dato il suo voto per far eleggere il consiglio. Praticamente ha preso i voti da una parte, ed ora rende conto all’entourage di quell’altra parte: roba da non credere! Le ho provate tutte, ma non c’era proprio verso di trovare un barlume di buon senso, di amore per la comunità e per le sue sorti. Si avvertiva solo un odio cieco e distruttivo.

Forse è meglio che sia andata così, piuttosto che trascinare per un altro anno persone che non meritano di rappresentare i bisogni di una comunità. Mi scuso con la comunità intera di aver contribuito a portare al governo del paese chi, evidentemente, non lo meritava e non ha avuto neanche il coraggio di venire di fronte alla comunità stessa ad argomentare le sue “vere” motivazioni. Per loro è stato preferibile mettere una firma e non affrontare il consiglio. Consiglio che io avrei affrontato a viso aperto e a testa alta. Perché non ho nulla da temere, da nessuno”.