San Felice Circeo, uomo dorme nel parco: “degrado”, ma il popolo social lo difende

Una piccola querelle, di quelle che si vedono quotidianamente sui social: qualcuno posta una foto, si grida al “degrado” e via giù con i commenti più disparati, tutti negativi. Invece, per una volta, non è successo. Teatro di quanto accaduto ieri è San Felice Circeo, o meglio, uno dei tanti gruppi social della città.

Una donna posta una foto in cui si vede un uomo, sdraiato in un parco mentre dorme. E’ pomeriggio, ci sono altre persone poco più in là sedute a terra a chiacchierare. Dei bambini al parco che giocano, molti metri più in là. Il soggetto della foto è vestito con una tuta e una maglietta; è a pancia in giù ed è a piedi nudi; la pelle è scura, unico particolare, quest’ultimo, che lascia presumere una nazionalità straniera.

Il commento allegato alla foto è “Ora ai giardinetti, a due metri bambini che giocano….”. Fabio reagisce subito: “Cosa vede di così pericoloso???!!”, e l’autrice del post precisa: Degrado, non pericoloso ma degrado. Tutto qui”. E’ stato proprio quest’ultimo commento a scatenare una reazione che, al giorno d’oggi, sembra ormai una rarità. Ragionamenti, al posto delle solite parole d’odio a cui la frequentazione dei social ci sta purtroppo abituando.

Commenta Francesca, che dice: “Giorni fa ero sdraiata proprio là“. E ancora, Debora: “Ma in tutto questo, qualcuno almeno si è preoccupato di vedere se stesse male o no?”. 

Qua non si parla di nazionalità – aggiunge Daniele – qua si parla di degrado su uno che sta riposando su dei giardini senza far male a nessuno, con solo braccia e piedi scoperti, senza sporcare, senza drogarsi, senza molestare, senza recare danni a cose, persone o animali…ma stiamo scherzando?? Dov’è il degrado?? Cosa genera disgusto o repulsione??”. Alessandro parla di buonismo; l’autrice del post si difende e dice che il suo era solo un punto di vista e che andrebbe rispettato.

Ragionamenti. Persone che danno punti di vista e che non si trasformano in haters. E’ una notizia? Non dovrebbe, ma lo diventa quando la normalità è talmente saturata dall’odio, che quando quest’ultimo lascia il posto al confronto, diventa quasi un dovere la riflessione, e citarlo a buon esempio.