Sardine, a Latina crescono adesioni e insulti. “Istruzioni” per i politici

Sardine, nella foto l'acronimo ideato a Palermo

Crescono gli iscritti al gruppo Facebook “6000 sardine a Latina“: nel pomeriggio di oggi contava 4.376 membri. Un numero già discreto per riempire una piazza del capoluogo il prossimo 7 dicembre, data decisa ieri sera dal gruppo per il flash mob pontino contro Matteo Salvini e “le destre sovraniste e populiste di questo paese” e dei “suoi rappresentanti” che stanno “instaurando un clima di odio e paura, dividendo il Popolo Italiano”. Luogo esatto e orario saranno comunicati entro lunedì alle 22.

Crescono le adesioni ma anche gli insulti. Nel mirino, in particolare, Anna Claudia Petrillo, prima sardina di Latina e amministratrice del gruppo. “Mi sembri un pesce palla cretina”, “brutta comunista, vattene a fare a quel paese”, eccetera, tra i commenti negativi ai post delle sardine. Immediate le repliche e la solidarietà al bersaglio.

“Sardine! Stavolta parlo a nome mio – ha postato dopo qualche ora Petrillo -. Volevo dirvi Grazie! Grazie per i messaggi, commenti, post e articoli di supporto e conforto… Sono commossa e ci tenevo a dirvi che non dovete preoccuparvi per gli insulti: scendiamo in piazza per dire basta a quel linguaggio. Devono darci forza. Leggiamo quegli insulti, facciamoli nostri e troviamo la motivazione per ritrovarci stretti come sardine in piazza il 7 dicembre. Mi rimbalzano le offese sul mio aspetto, una donna che fa qualcosa fa sempre paura. Si sa. (Mi dispiace solo per i miei genitori che devono leggere tutto questo, scritto da chi, potrebbe essere un mio genitore). Ad ogni modo, voglio condividere un pensiero che facevo proprio poco fa: Davvero strana questa Italia che quando ti insulta ti fa pensare di essere proprio dalla parte giusta. Sardine, testa alta, avanti tutta. Il 7 dicembre saremo marea“.

Sul fatto che la manifestazione possa registrare un successo anche a Latina ci sono pochi dubbi, viste le continue adesioni e l’estensione del fenomeno sardine lungo lo Stivale. Gli organizzatori della piazze stanno attenti a che non si creino sovrapposizioni di flash mob. Altra “istruzione” è che non vi siano bandiere, insomma che nessuno ci metta il capello.

Un’istruzione particolarmente seguita da chi è intenzionato a partecipare alla manifestazione “Latina non si lega” del prossimo 7 settembre. Valeria Campagna, giovane consigliera comunale di Latina Bene Comune, ci sarà. Glielo abbiamo espressamente chiesto. Ha risposto positivamente, precisando che sarà presente “a titolo personale”. Stessa risposta l’ha fornita Fabio D’Achille, anche lui consigliere comunale di Lbc: “Sì, a titolo personale naturalmente”. Claudio Moscardelli, segretario provinciale del Pd: “Penso di andare, ma senza alcuna pubblicità”.

Forse sarà presente anche Nicoletta Zuliani, neo-capogruppo del Pd. La consigliera, tuttavia, “riserva” l’adesione: “Dipende dall’orario, perché nella stessa giornata ho altro impegno”. Nessuna premura, da parte sua, nel precisare che l’eventuale adesione sarà a carattere personale.

Non è arrivata alcuna risposta dall’assessore Gianmarco Proietti, tra i politici locali interpellati sull’argomento, lontano mille miglia da Salvini.

“Il 7 dicembre non sarò a Latina. Ma immagino che vogliate sapere se parteciperei qualora fossi in città. Ebbene, non lo so, devo ancora capire! Per principio non mi piacciono troppo le cose ‘contro’, preferisco quelle ‘pro'”, ha risposto alla nostra domanda il consigliere comunale Salvatore Antoci, ex Lbc, del gruppo misto.

Abbiamo chiesto anche a un paio di esponenti di destra se, magari per mera curiosità, avessero intenzione di affacciarsi nella piazza delle sardine. “Ho sempre rispetto della partecipazione popolare – ha risposto Gianluca Di Cocco, portavoce a Latina di Fratelli d’Italia -. So bene chi sono le Sardine, non sono un movimento spontaneo ma eterodiretto da Romano Prodi (e dal Pd) che purtroppo si vergogna di se stesso e quindi non può scendere in piazza”. Di Cocco non ci sarà, neanche come “infiltrato”. Men che meno il consigliere della Lega Vincenzo Valletta: “Ma non ci penso minimamente; mascherarsi dietro la società civile, i giovani, i non politici, gli spontanei, è una vecchia tecnica del comunismo”.