Un movimento spontaneo, fatto soprattutto di giovani, lontani dai simboli, distinti dalla solita politica.
Un solo valore comune che è quello di contrastare l’avanzata della Lega, dei sovranisti, dei razzisti e dei seminatori d’odio.
Sono nati nella regione rossa per eccellenza, l’Emilia Romagna, non certo casualmente, in vista di elezioni regionali che forse per la prima volta nella storia mettono a rischio la tenuta “bulgara” della sinistra.
Ma si sono diffusi anche a macchia d’olio, spopolando sul web nel resto d’Italia e non mancando la piazza di Latina dove il 7 dicembre scenderanno in campo per mostrare le squame.
Sono le sardine pontine che in vista di questo appuntamento hanno già anticipato che non vogliono vedere bandiere in piazza.
Ottimo spunto per un auspicio lodevole se non fosse che quelle bandiere, quegli orientamenti politici, sono perfettamente riconoscibili sui volti e nei nomi delle sardine made in Latina.
Tutti, o meglio una gran parte provenienti dalle file del Pd, sostenitori, simpatizzanti, attivisti.
Premesso questo, legittimando sempre qualsiasi manifestazione di idee e progetti che abbiano un fine e un senso, quello che si vorrebbe vedere dalle nostrane sardine è la trasparenza.
Non serve la retorica per camuffarsi ma servono la pratica e il coraggio per uscire allo scoperto.
Lottate per le vostre idee non contro qualcuno, marciate per qualcosa e non contro l’ideologia.
Non abbiate timore di dire che state colmando il vuoto legato all’incapacità della vecchia politica del Pd di scendere in piazza.
Fatelo a viso aperto senza scivolare in quel populismo vero che è marciare senza sapere in che direzione andare.
E’ bello ed entusiasmante far parte di qualcosa ma servono i contenuti per rendere quel qualcosa duraturo.
La forza delle sardine è quello dell’essere piccole piccole si diventa grandi se si sta uniti.
Qui manca il collante stando le dichiarazioni dei diretti interessati.
E dispiace leggere dietro le quinte che sta in quella salsa rosso Pd che ci richiama alla mente la frase del Cardinal Carlo Carafa: “Il popolo vuole essere ingannato e allora lo sia”.
Foto: Gruppo Facebook @6000 sardine a Latina
